Quando intervengono gli assistenti sociali per i minori. I casi di divorzio e separazione, quando chiamarli, cosa controllano e come intervengono.
L’intervento degli assistenti sociali allarma molto i genitori o comunque le persone che si prendono cura dei bambini. Si parla ovviamente del servizio sociale per i minorenni, che spesso interviene in caso di separazione e divorzio, ma non necessariamente. In realtà, non soltanto l’azione del servizio sociale è mirato alla tutela dei minori e al supporto familiare, ma è anche un possibile aiuto prezioso per le famiglie. Capire quando subentrano gli assistenti sociali e quando chiamarli è fondamentale, ovviamente insieme alla conoscenza dei vari sviluppi possibili dopo l’intervento.
In ogni caso, bisogna sapere che il primo passaggio consiste in un’indagine volta a conoscere le condizioni di vita reali del minore e i possibili elementi critici. Dopodiché, vengono attivate le misure necessarie a seconda del caso, su richiesta dei genitori o su disposizione del giudice. Ciò può avvenire a prescindere dalla situazione tra i genitori, ma è ovvio che in caso di separazione e divorzio è più probabile. Oltre alla conflittualità, che merita approfondimento, le condizioni familiari sono sotto la lente d’ingrandimento ben più di quanto avverrebbe in altri contesti.
Quando intervengono gli assistenti sociali in una separazione
Spesso si pensa all’intervento dei servizi sociali soltanto nei casi di divorzio e separazione, quando in realtà un’indagine sul benessere dei minori potrebbe essere disposta anche in altre situazioni. Ciò non toglie che la rottura della coppia genitoriale possa dare maggiore adito al monitoraggio. La conflittualità tra i genitori è una delle cause principali per cui potrebbe rivelarsi necessaria un’indagine esterna e obiettiva da parte del servizio sociale. Di norma viene disposta dal giudice in fase di separazione o divorzio, quando il conflitto tra le parti impedisce di compiere una valutazione completa.
Al di là della conflittualità, l’indagine del servizio sociale potrebbe essere richiesta anche quando il minore appare trascurato o in potenziale pericolo, in base agli elementi portati alla luce dalla separazione o scatenati dalla stessa. Senza dubbio sarà necessario approfondire situazioni critiche come quelle di maltrattamenti e violenza, ma il controllo del servizio sociale non è limitato ai casi estremi. Questi professionisti vengono incaricati di approfondire le condizioni di vita del minore ogni volta in cui ciò appare necessario.
L’intervento degli assistenti sociali può essere sollecitato anche da un grave impoverimento, fattore non raro in seguito a una separazione in cui solo uno dei due genitori rimane a occuparsi dei figli. Gli assistenti sociali sono quindi chiamati a valutare le condizioni di vita dei minori, fornendo supporto in tal senso ma senza forzare il distacco dai genitori. In ogni caso, il controllo dei servizi sociali può essere disposto indipendentemente dalla separazione, compresa l’ipotesi in cui i genitori sono sposati. In questo caso, l’incarico proviene dalla procura del tribunale per i minori, su segnalazione delle forze dell’ordine o del servizio sociale stesso, a propria volta allertato da un soggetto interessato.
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Quando chiamare gli assistenti sociali
È possibile rivolgersi alla rete di servizio sociale per i minorenni in diverse situazioni, ma le casistiche possono essere riassunte così:
- la necessità di supporto;
- la richiesta di controllo di una situazione potenzialmente allarmante.
L’ultima ipotesi, la cosiddetta segnalazione, compete a chiunque abbia il fondato timore che un bambino si trovi in condizioni di pregiudizio per il proprio benessere, disagio o pericolo. L’esempio più classico è la segnalazione scolastica che arriva dall’istituto quando teme che il minore sia vittima di violenze. Gli assistenti sociali, però, possono essere chiamati anche dai diretti interessati (i minori stessi se sono in grado, i genitori, i nonni e così via) per chiedere un aiuto educativo, assistenziale o sociale a seconda delle proprie esigenze.
Esistono peraltro casi in cui è obbligatorio segnalare la situazione ai servizi sociali, ad esempio quando il minore è in stato di abbandono o di pericolo, o vittima di prostituzione.
Cosa controllano i servizi sociali
Gli assistenti sociali per i minorenni devono controllare che gli esercenti la responsabilità genitoriale rispettino i doveri previsti dalla legge e più in generale che la comunità educativa e sociale del minore sia idonea al suo sviluppo sano. Si tratta quindi di assicurarsi che sia tutelato il benessere psicofisico del minore, in tutto e per tutto. Si parte dai bisogni primari, quindi nutrizione, igiene e un ambiente idoneo in cui vivere, passando poi per le cure affettive ed educative, l’inserimento scolastico e sociale.
In quali casi intervengono gli assistenti sociali e cosa succede
Negli interessi riconosciuti ai minori c’è il diritto alla bigenitorialità. Significa che è preferibile che i figli siano cresciuti da entrambi i genitori o che comunque possano coltivare legami di qualità con entrambi. Chiaramente, ci sono poi dovute eccezioni, ma perché sia leso il diritto alla bigenitorialità è necessario che sia per evitare un danno maggiore.
Questo accade quando un genitore non è ritenuto idoneo a occuparsi dei figli, magari addirittura pericoloso o assente. Non è comunque cosa comune l’allontanamento di un genitore, tanto meno di entrambi. L’intervento degli assistenti sociali, pertanto, non è mai rivolto al diverso collocamento del minore, a meno che ciò si riveli indispensabile per la sua sana crescita.
Si ribadisce, infatti, che la giurisprudenza considera tra i diritti principali dei minori quello di crescere con entrambi i genitori, tanto che di prassi si opta per l’affidamento condiviso, anche qui a meno che ci siano situazioni compromettenti per la vita del minore stesso.
È vero che l’attenzione dei servizi sociali può essere segnalata per moltissimi aspetti, ma è di norma rivolta all’aiuto del minore all’interno del nucleo familiare. Tanto per fare un esempio, gli assistenti sociali non tolgono un bambino alla sua famiglia perché è trascurato, nel senso che è vestito male per le cattive condizioni economiche della famiglia.
Ovviamente, tuttavia, saranno necessari degli interventi per cercare di dare al minore delle condizioni di vita migliore, tutelando al tempo stesso i suoi legami familiari. Ciò è possibile soltanto quando i genitori non sono considerati inadatti o pericolosi, si fa quindi riferimento a condizioni particolarmente gravi:
- Trascuratezza fisica e malnutrizione del minore;
- maltrattamenti, violenza fisica e morale ai danni del minore;
- condizioni di pericolo dovuti a prostituzione o dipendenze dei genitori;
- incapacità di provvedere ai bisogni del minore.
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Quando subentrano gli assistenti sociali
Quando sono entrambi i genitori a non risultare idonei sarà predisposto l’affido del minore, pur mantenendo nei limiti del possibile i contatti con i familiari, magari in modo supervisionato. Nulla esclude, infatti, che in seguito a una riabilitazione i minori possano tornare a stare con la famiglia, che è anzi la soluzione auspicabile. Molto spesso, peraltro, il tribunale predispone l’affidamento ai servizi sociali mantenendo il collocamento presso i genitori. Di fatto le decisioni vengono prese dal servizio sociale nell’interesse dei figli, che però continuano a vivere con i genitori.
Ovviamente questa soluzione non è adatta nei casi sopraelencati, quando si rende necessario allontanare il minore dal luogo pericoloso e predisporre l’affidamento presso terzi (comunità, un’altra famiglia per l’affido temporaneo). L’affidamento ai servizi sociali mantenendo la collocazione presso i genitori si presta a quelle situazioni in cui i genitori, o il genitore che sia, sono per così dire “senza colpa”. Se mancano le condizioni o la volontà, però, l’affido può sfociare perfino nell’adozione.
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