Tassare le criptovalute del 42% è davvero una scelta giusta da parte del Governo? Money.it ne ha parlato con l’esperto Stefano Capaccioli.
Il Governo italiano vuole alzare la tassazione sulle criptovalute, passandola dal 26% al 42%: una mossa giusta o sbagliata?
Per rispondere a questa domanda Money.it ha chiesto l’opinione del giornalista, commercialista ed esperto di valute digitali Stefano Capaccioli. La sua riflessione sull’argomento ha evidenziato innanzitutto che:
“portare la tassazione al 42% significa penalizzare il mondo crypto. Comprendo che nella maggior parte dei policy maker...le cripto sono viste solamente per la parte speculativa o per la parte di incremento e di estrema volatilità. Però ci si dimentica che le “criptoattività” sono anche il fattore abilitante del nuovo Web 3...Cosa che sta attraendo numerosi investimenti da tutte le parti del mondo e sul quale Trump ha posto gran parte della sua campagna elettorale.”
Secondo lo State of Crypto, ha ricordato Capaccioli, il volume di investimenti e l’attenzione che viene portata sul Web3 (la terza generazione del web che funzionerà sulla base di blockchain) e sul mondo delle criptovalute sono in aumento. “Conseguentemente, il voler passare al 42% significa non solo penalizzare, ma uccidere qualunque attività che su questo mondo voleva sviluppare qualche cosa”, ha detto l’esperto.
Attenzione, poi, a un aspetto totalmente interno alla legislazione italiana. Capaccioli ha infatti notato che: “la proposta di aumento del 42% si scontra anche con la legge delega della riforma tributaria che prevede un’unica aliquota per tutti i redditi finanziari, sia redditi di capitale sia redditi diversi di capitale... quindi sembra anche voler andare contro i principi della legge delega che lo stesso governo ha approvato nel 2023. Conseguentemente vedo più problematiche e contraddizioni su questa norma che altro.”
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