Il caso di Unizen, non il primo né l’ultimo, di hack relative a piattaforme DeFi mostra la vulnerabilità di operare in maniera decentralizzata.
Dopo essere stato hackerato per un controvalore di 2,1 milioni di dollari, Unizen ha annunciato che emetterà un rimborso immediato per gli utenti che hanno perso i loro fondi. Nel comunicato si legge che per essere rimborsati non devi aver perso più di 750 mila dollari e non sono proprio chiare le modalità e le tempistiche del rimborso.
Il fatto risale al 9 marzo, quando la società di analisi PeckShield ha segnalato che più di 2 milioni di dollari sono stati drenati da Unizen ed esortando gli utenti a revocare le approvazioni dei contratti. Andando a vedere l’operazione compiuta durante l’hack, si evince come il criminale abbia scambiato Tether (USDT) e DAI.
Il giorno successivo, il protocollo Unizen ha inviato un messaggio offrendo una taglia del 20% in cambio della restituzione dei fondi rubati. Oltre che collaborare con le forze dell’ordine e gli esperti forensi per determinare l’identità dell’hacker. Fatto sta che l’impegno della piattaforma per la restituzione dei fondi pare concreto: «Abbiamo intenzione di iniziare le distribuzioni oggi (a partire dall’11 marzo) e stiamo effettuando ogni distribuzione individualmente in modo lento, attento e metodico», hanno scritto. [...]
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