L’elettrodomestico da 25 grammi che tutti buttiamo via e che contiene oro a 22 carati

Maria Paola Pizzonia

9 Febbraio 2025 - 16:10

L’elettrodomestico da 25 grammi che tutti buttiamo via e che contiene oro a 22 carati.

L’elettrodomestico da 25 grammi che tutti buttiamo via e che contiene oro a 22 carati

Ogni giorno smaltiamo dispositivi elettronici senza riflettere sul loro reale valore. Un team di ricercatori dell’ETH di Zurigo ha scoperto che alcuni di questi rifiuti contengono metalli preziosi, tra cui oro a 22 carati. Non è un’esagerazione: hanno sviluppato un metodo per recuperarlo in modo ecologico e altamente redditizio.

Un metodo ecologico per recuperare l’oro

Ogni anno, tonnellate di vecchi dispositivi elettronici finiscono nelle discariche, aumentando l’inquinamento e sprecando materiali di valore. Tra questi, un piccolo elettrodomestico da circa 25 grammi, comunemente buttato via, contiene tracce di oro 22 carati. Il problema è che il recupero di questi metalli preziosi è sempre stato complesso, costoso e poco ecologico. Ma ora le cose sono diverse: gli scienziati svizzeri hanno trovato una soluzione innovativa che potrebbe cambiare completamente le dinamiche del riciclo elettronico.

Il segreto di questa tecnica risiede in un sottoprodotto dell’industria casearia: il siero di latte. Questo materiale di scarto, trattato con alte temperature e in un ambiente acido, si trasforma in una sospensione di nanofibrille proteiche. Queste, una volta essiccate, formano una spugna capace di attrarre gli ioni d’oro presenti nei rifiuti elettronici disciolti. Il metodo ha il vantaggio di essere ecologico, in quanto non utilizza sostanze chimiche altamente inquinanti, e di avere un costo ridotto rispetto alle tecniche tradizionali di estrazione mineraria.

Il processo si sviluppa in tre fasi: prima si sciolgono e ionizzano le parti metalliche dei dispositivi elettronici, poi la spugna di nanofibrille viene immersa nella soluzione ottenuta, assorbendo gli ioni d’oro. Infine, il materiale viene riscaldato e ridotto in scaglie per essere fuso in pepite d’oro. Questo approccio potrebbe rivoluzionare il settore del riciclo, rendendo il recupero dei metalli preziosi non solo possibile, ma anche economicamente conveniente.

Una miniera d’oro a portata di mano

Secondo uno studio pubblicato su Advanced Materials, i ricercatori hanno ottenuto una pepita d’oro di 450 milligrammi (del valore di circa 33 dollari) da sole 20 vecchie schede madri di computer. Il vantaggio più sorprendente è il rapporto costi-benefici: per ogni dollaro investito in questo metodo, si possono ottenere fino a 50 dollari in oro. Considerando il numero enorme di dispositivi elettronici smaltiti ogni anno, questo metodo potrebbe rappresentare una svolta per il recupero di materiali preziosi.

Se questa tecnologia venisse applicata su larga scala, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo al riciclo dei dispositivi elettronici. Ogni anno, miliardi di tonnellate di rifiuti elettronici vengono smaltiti senza considerare il loro potenziale valore. Il recupero dell’oro e di altri metalli preziosi non solo ridurrebbe l’inquinamento, ma aprirebbe anche nuove opportunità economiche per il settore del riciclo. Inoltre, ridurre la dipendenza dalle miniere d’oro tradizionali diminuirebbe l’impatto ambientale legato all’estrazione mineraria, spesso causa di deforestazione e danni agli ecosistemi locali.

Pensaci la prossima volta che stai per gettare un vecchio telefono o un computer fuori uso. Potresti avere tra le mani un piccolo tesoro, nascosto tra circuiti e microchip, che aspetta solo di essere recuperato. Invece di alimentare il ciclo dei rifiuti, potremmo iniziare a vedere i dispositivi elettronici per quello che (a quanto pare) sono: una risorsa preziosa.

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