Una delle priorità del presidente cinese Xi Jinping coincide dunque con la salvaguardia della sicurezza alimentare della Cina.
La Cina, secondo Paese più popoloso al mondo, deve quotidianamente sfamare oltre 1,4 miliardi di abitanti. Garantendo loro, non più soltanto la minima sussistenza per svoltare la giornata, bensì una dieta sempre più ricca e in linea con lo sviluppo nazionale.
Per riuscire in una missione sempre più ardua, il Dragone deve aggiungere al cibo prodotto internamente ingenti importazioni provenienti dall’estero. Non solo: deve fare i conti con stime e proiezioni per niente rosee. Un rapporto dell’Istituto per lo sviluppo rurale dell’Accademia cinese delle scienze sociali, ad esempio, afferma che entro il 2025 il gigante asiatico potrebbe avere un deficit di grano di circa 130 milioni di tonnellate, circa il 20% della produzione prevista per il 2024.
Altri numeri aiutano meglio a comprendere la situazione nella quale si trova la Repubblica Popolare Cinese. Con meno del 10% della terra arabile del pianeta, la Cina produce un quarto del grano mondiale e nutre un quinto della popolazione del pianeta. I dati dell’Ufficio nazionale di statistica cinese hanno mostrato che, nel 2022, la produzione di grano nazionale ha raggiunto il livello record di 686,53 milioni di tonnellate raccolte (in aggiunta a circa 140 milioni importate), e questo nonostante vari ostacoli, tra cui le condizioni meteorologiche estreme e i problemi derivanti dalla pandemia di Covid-19. [...]
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