La quotazione del petrolio scenderà a $40 nel 2025. Ecco perché

Laura Naka Antonelli

13 Novembre 2024 - 12:18

Crollo dei prezzi del petrolio fino a $40 e, nel worst case scenario, a un livelloi ancora più basso. Ecco la ragione dell’outlook shock.

La quotazione del petrolio scenderà a $40 nel 2025. Ecco perché

Un capitombolo, nel 2025, fino a $40 al barile: è la previsione shock che è stata stilata da Tom Kloza, responsabile globale della divisione di analisi sull’energia presso OPIS, società che monitora il trend dei prezzi del petrolio.

Nel caso in cui si realizzasse, le quotazioni del crude oil crollerebbero del 40% circa rispetto ai livelli attuali, che vedono il contratto Brent oscillare attorno a $72 al barile e il WTI di New York viaggiare nei pressi di $68 al barile.

Negli ultimi anni non c’è stata mai una paura così forte per la direzione dei prezzi del petrolio, come per il 2025”, ha detto Kloza, aggiungendo che “in nessun anno, da quello che ricordo, dalle Primavere arabe ”.

Petrolio verso $40: anche a $30 in worst case scenario

L’analista non esclude neanche un worst case scenario, in cui il crollo potrebbe portare le quotazioni dell’oil ad affonare fino a $30 al barile.

Secondo Kloza un tonfo delle quotazioni del petrolio fino a $40 si verificherebbe nel caso in cui l’alleanza OPEC+, formata dai Paesi esponenti dell’OPEC come l’Arabia Saudita e non OPEC come la Russia, decidesse di ritirare tutti quei tagli alla produzione che ha varato fino a oggi, in un contesto tra l’altro considerato già bearish per i prezzi del crude oil.

I prezzi potrebbero scendere fino a $30 o a $40 al barile se l’OPEC invertisse i tagli e non riuscisse a raggiungere alcun accordo per ridurre la produzione”, ha spiegato Kloza, a fronte di una “quota di mercato che ha riportato una forte flessione nel corso degli anni”.

Prezzi petrolio verso il fondo: verso tonfo a minimi da pandemia Covid?

Ma non è solo l’analista di OPIS ad avere una view tanto ribassista sul petrolio. A stimare una discesa fino al livello di $40 al barile è stato anche Henning Gloystein, responsabile della divisione di energia, clima e risorse presso Eurasia Group che, in una intervista rilasciata alla CNBC, ha affermato che, visto che probabilmente la crescita della domanda di petrolio, l’anno prossimo, non sarà molto superiore a 1 milione di barili al giorno, “un eventuale pieno ritiro da parte dell’OPEC+ di tutti i tagli dell’offerta, nel corso del 2025, si tradurrebbe senza alcuna ombra di dubbio in uno scivolone molto importante per i prezzi del crude, probabilmente verso quota $40”.

Ancora più netto il giudizio dell’analista senior della divisione di energia MST Marquee, Saul Kavonic, che ha sottolineato che, nel caso in cui l’OPEC+ smobilizzasse i tagli senza tenere in considerazione le condizioni della domanda - il cui outlook è stato tra l’altro oggetto del quarto downgrade consecutivo da parte dell’OPEC proprio nella giornata di ieri - si darebbe praticamente il via a “ una guerra dei prezzi per la conquista di quote di mercato, che farebbe scendere i prezzi del petrolio ai minimi dalla pandemia Covid”.

L’analista ha tuttavia detto di ritenere che l’alleanza, più che procedere a un ritiro immediato dei tagli all’offerta finora lanciati, potrebbe procedere a un graduale smobilizzo delle riduzioni, a partire dal prossimo anno.

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