Uno studio pubblicato su Science sostiene che il coronavirus può trasmettersi col respiro e viaggiare nell’aria per decine di metri. Ecco perché la mascherina dovrebbe essere obbligatoria sempre, sia all’aperto che al chiuso.
È ormai risaputo che le mascherine sono uno strumento utilissimo per evitare di contrarre il coronavirus: una ricerca pubblicata su Science ne ha rivelato il vero motivo.
Questi dispositivi riducono all’incirca del 70% il numero di particelle virali prodotte dal respiro, anche in individui asintomatici, diminuendo fortemente la ‘dose’ di virus a cui le altre persone vengono esposte.
Uno scudo importantissimo per bloccare le migliaia di goccioline espulse con una tosse intensa, attraverso gli starnuti o in una normale conversazione. Non solo, protegge nel caso in cui la distanza di sicurezza non risulti adeguata al contesto in cui ci troviamo (ad esempio se c’è vento potrebbe essere boicottata).
Il virus rimane nell’aria per ore
La vera ragione per cui le mascherine contribuiscono a limitare le possibilità di contrarre il coronavirus è che riescono a ridurre la trasmissione aerea. Il discorso riguarda soprattutto gli ambienti chiusi come strutture sanitarie, aeroplani, ristoranti o altri luoghi affollati con poca ventilazione. Si tratta di uno strumento essenziale che funge da barriera concreta contro il virus ‘filtrando’ gran parte delle particelle virali espulse anche da un asintomatico.
Si è parlato di goccioline, di droplet e di aerosol, le particelle che secondo Kimberly Prather, ricercatrice e direttrice di un grande centro di ricerca presso l’Università della California di San Diego, sarebbero le protagoniste della trasmissione. Queste a differenza dei droplet più grandi e pesanti che cadono a terra, rimangono per ore sospese in aria creando una ’nube’ e possono essere inalate molto facilmente a causa della loro dimensione. Sono infatti più piccole di un globulo rosso che misura in media 7,5 micron di diametro.
Quando va indossata la mascherina
Lo scudo più efficace che abbiamo contro il virus rimane la mascherina, che si è rivelata fondamentale nell’interruzione della catena dei contagi ad esempio a Taiwan, dove non è stato attuato un lockdown nazionale ma improntata una strategia rigorosa di monitoraggio e imposto l’obbligo d indossare DPI.
Sempre Prather, nello studio pubblicato di recente su Science, ha spiegato che andrebbe indossata sia all’interno che all’esterno, in particolare se ci si sta muovendo in un luogo in cui sono presenti altre persone. L’esempio che fa è illuminante:
“Pensate da quanto lontano si può percepire la puzza di fumo di sigaretta o di un barbecue all’aperto. La stessa distanza possono percorrere gli aerosol tra una persona e l’altra”.
L’importante, come sottolinea la ricercatrice, è che le mascherine aderiscano perfettamente alla faccia e non consentano ai flussi d’aria di far arrivare gli aerosol alla nostra bocca. È anche per questo che le visiere in plastica risultano solamente un dispositivo complementare che protegge unicamente dai droplet.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
