Dopo decenni trascorsi in secondo piano rispetto a Cina e Giappone, la regione di circa 675 milioni di abitanti sta adesso attirando più investimenti tecnologici che mai.
Sempre più aziende stanno trasferendo le loro attività principali – e talvolta anche gli investimenti - dalla Cina al Sud-est asiatico. Il motivo è presto detto: diversificare la produzione e allontanarla da Pechino a causa delle crescenti tensioni tra gli Usa e il gigante asiatico.
Questo fenomeno economico è stato soprannominato dagli analisti “China Plus One” e indica una strategia che mira a ridurre i rischi associati alla totale dipendenza dal mercato o dalla catena di fornitura cinese. In che modo si attua? Diversificando, appunto, le operazioni di produzione in più Paesi ed espandendosi oltre la Muraglia. Pur, attenzione bene, mantenendo una presenza all’ombra della Città Proibita.
Tutto questo ha stimolato maggiori investimenti di aziende e imprese nel blocco Asean. Giusto per fare un esempio, gli investimenti diretti esteri (IDE) nelle economie di Indonesia, Malesia, Filippine, Tailandia, Singapore e Vietnam sono saliti a 236 miliardi di dollari nel 2023 rispetto a una media annua di 190 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2022. [...]
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