Prezzo del petrolio in calo: può davvero crollare?

Violetta Silvestri

24 Aprile 2023 - 11:57

Il prezzo del petrolio scende sui timori di una domanda globale indebolita da venti di recessione: il greggio può crollare o si prevede un rialzo dell’oro nero? Cosa aspettarsi.

Prezzo del petrolio in calo: può davvero crollare?

Il prezzo del petrolio è in calo: può crollare nelle prossime settimane?

Al momento ci sono spinte al ribasso importanti per il greggio, che stanno dominando sui motivi di un potenziale rialzo delle quotazioni: i timori per l’aumento dei tassi di interesse e per il rallentamento dell’economia globale e della la domanda di carburante hanno infatti superato il supporto arrivato dalla prospettiva di una riduzione dell’offerta con i tagli dell’offerta OPEC+.

Al momento in cui si scrive il Brent scambia a 81,31 dollari al barile, con un calo dello 0,18% e i futures WTI a 77,78 dollari al barile, in diminuzione dello 0,09%.

Entrambi i contratti sono scesi di oltre il 5% la scorsa settimana, poiché la domanda implicita di benzina negli Stati Uniti è diminuita rispetto a un anno fa, alimentando le preoccupazioni di una recessione per il principale consumatore mondiale di petrolio.

Il calo del prezzo del petrolio durerà e, soprattutto, subirà un ulteriore crollo? Cosa sta accadendo e cosa aspettarsi.

Prezzo del petrolio: perché sta scendendo?

Prezzo del petrolio indebolito dalle prospettive per la domanda globale piuttosto incerte e dai mercati asiatici dei carburanti che hanno lanciato segnali di allarme sulla contrazione dei margini di raffinazione.

Il West Texas Intermediate è sceso sotto i 77 dollari al barile dopo il calo massimo dalla crisi bancaria di marzo della scorsa settimana. I mercati del gasolio e della benzina in Asia, intanto, stanno crollando, portando alcune raffinerie a prendere in considerazione tagli alla produzione.

L’entità del calo dei margini di raffinazione asiatici ha colto di sorpresa gli analisti di Citigroup Inc., ha affermato la banca in una nota. Mentre il crollo è stato in parte attribuito all’aumento delle nuove raffinerie mediorientali, tutti gli occhi sono ora puntati sulla forza delle esportazioni di carburante della Cina e sulla ripresa dei viaggi aerei della nazione, ha dichiarato Citi.

Ci sono anche altri motivi a pressare il prezzo del petrolio. I dati economici statunitensi sono stati finora altalenanti e con alcuni segni di debolezza, suscitando preoccupazioni per la crescita e l’avversione al rischio tra gli investitori, secondo l’analista di CMC Markets Tina Teng. La stabilizzazione del dollaro Usa e l’aumento dei rendimenti obbligazionari stanno anche mettendo pressione ai mercati delle materie prime, ha aggiunto.

Inoltre, si prevede che le banche centrali, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna e all’Europa, alzeranno i tassi di interesse quando si incontreranno nella prima settimana di maggio, cercando di affrontare l’inflazione ostinatamente elevata. Questo dovrebbe aumentare l’allarme recessione.

Anche la difficile ripresa economica della Cina dopo il Covid ha offuscato le prospettive sulla domanda di petrolio, sebbene i dati doganali cinesi abbiano mostrato venerdì che il principale importatore mondiale di greggio ha registrato volumi record a marzo. Le importazioni cinesi dai principali fornitori Russia e Arabia Saudita hanno superato i 2 milioni di barili al giorno (bpd) per ciascuna delle due provenienze.

Tuttavia, i margini di raffinazione in Asia si sono indeboliti sulla produzione record delle migliori raffinerie Cina e India.

Priyanka Sachdeva, analista di Phillip Nova Pte Ltd. a Singapore, ha commentato: “Poiché non ci sono stati driver significativi dal lato della domanda dal taglio dell’offerta OPEC+, il rally sembra essersi attenuato. Le preoccupazioni economiche globali stanno evidentemente pesando sui prezzi del greggio”.

Gli aggiornamenti statunitensi su occupazione, crescita e inflazione saranno pubblicati entro questa settimana - alcuni dei rapporti saranno cruciali per la Federal Reserve prima della sua riunione politica di maggio - offrendo indizi sulle prospettive della domanda Usa. Anche alcune delle più grandi major petrolifere del mondo riporteranno i risultati: da qui ci saranno indizi anche su dove potrà dirigersi il prezzo del greggio.

Il greggio può crollare?

Il prezzo del petrolio può scendere ancora e registrare un tonfo? Il clima, tra gli investitori, sembra essere rialzista.

Analisti e trader, infatti, sono ancora ottimisti sulla ripresa della domanda di carburante in Cina verso la seconda metà del 2023 e ulteriori tagli all’offerta pianificati dall’OPEC+ a partire da maggio potrebbero restringere i mercati, facendo rimbalzare le quotazioni.

“La ripresa della domanda di petrolio in Cina dovrebbe più che compensare il rallentamento della domanda stimata dall’OCSE nel breve termine, mentre le sanzioni e i vincoli di offerta aggiungono un rischio al rialzo ai prezzi”, hanno detto gli analisti della National Australia Bank, aggiungendo che il Brent potrebbe salire a 92 dollari al barile entro la fine del secondo trimestre.

Le aspettative sull’oro nero, quindi, restano forti pur lasciando dubbi su una eventuale recessione Usa. Nn a caso, emerge una certa cautela sui prezzi del petrolio: le preoccupazioni sulla domanda a lungo termine continuano a pesare sui raffinatori hanno scritto gli analisti della banca Jefferies in una nota di ricerca, indicando che la prevista minore attività industriale nei Paesi membri dell’OCSE sarà solo parzialmente compensata dalla Cina. Il crollo del greggio non è escluso del tutto.

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