Quanti soldi guadagnano i giovani a 10 anni circa di distanza dalla Maturità? Analizziamo gli ultimi dati disponibili su stipendi, settori e prospettive.
Quanti soldi guadagnano i giovani a 10 anni di distanza dalla Maturità?
Con l’esame di Stato in corso - oggi la seconda prova - ragazze, ragazzi e i loro genitori iniziano a pensare più concretamente al futuro. Dopo la (eventuale) formazione accademica, quale sorte li attende sul mercato del lavoro? A che livelli salariali possono sperare di arrivare, in media, alla soglia dei 30 anni?
I dati statistici, anche in questo caso, se ben interpretati sono capaci di definire i trend futuri, assai scoraggianti.
Quanti soldi guadagnano i giovani 10 anni dopo la Maturità?
I dati più aggiornati, elaborati e presentati dall’INPS, risalgono al 2022.
In quell’anno, la fascia di età dei lavoratori dipendenti con età compresa tra i 20 e i 24 anni contava 1.416.535 persone (contro i 2.923.341 di persone residenti in Italia con la stessa fascia di età), con una retribuzione media annua di 10.859 euro e una media di 177 giornate retribuite nell’anno.
Per i giovani tra i 25 e i 29 anni, il numero di lavoratori è stato leggermente superiore, raggiungendo quota 1.813.351 individui (su un totale di 3.001.345 persone). Lo stipendio medio annuo ammontava a 16.645 euro lordi (14.407 euro in media per le donne e 18.431 euro per gli uomini), e il numero medio di giornate retribuite è stata di 227.
In confronto, le fasce di età più avanzate presentava comprensibilmente delle caratteristiche differenti. Ad esempio, i lavoratori tra i 30 e i 34 anni ricevono in media uno stipendio lordo annuo di 20.129 euro; la fascia tra i 35 e i 39 anni ha una retribuzione media di 22.382 euro, mentre i lavoratori tra i 50 e i 54 anni guadagnano in media 28.475 euro all’anno.
Al netto di tasse e contributi, gli stipendi netti mensili stimati sono:
- 850 euro per i giovani tra i 20 e i 24 anni;
- 1.230 euro per i giovani tra i 25 e i 29 anni;
- 1.390 euro per i giovani tra i 30 e i 34 anni;
Note: Ipotizzando contratti di lavoro su 13 mensilità
Delle somme spesso incapaci di garantire stabilità, anche considerando che circa il 50% dei lavoratori dai 20 ai 29 anni non ha un contratto a tempo indeterminato.
Una piccola percentuale lavora nella pubblica amministrazione con contratti precari, mentre una fetta significativa lavora come interinale o a chiamata, con guadagni complessivi limitati. Un lavoratore interinale tra i 20 e i 24 anni guadagna poco più di 10.000 euro lordi all’anno, mentre un lavoratore a chiamata guadagna meno di 2.800 euro all’anno. In generale, per un giovane è difficile portare a casa più di 12.000 euro lordi annui fino ai 24 anni.
Tra i 25 e i 29 anni, la situazione inizia lievemente a cambiare. Chi ha iniziato a lavorare dopo la Maturità consolida la propria posizione, mentre i laureati iniziano a costruirsi una carriera.
Il peso dell’età sullo stipendio dei giovani
Il differenziale retributivo per età è significativo e riflette la maggiore stabilità lavorativa e l’accumulo di esperienza e competenze nei lavoratori più avanti con l’età. Se le fasce di età più giovani, come quella dei 20-24 anni, tendono a essere impiegate in settori con contratti di breve durata, come l’alloggio e la ristorazione, i lavoratori più maturi e formati sono spesso collocati in ruoli con maggiore responsabilità e stabilità contrattuale. Questo spiega perché le retribuzioni medie e il numero di giornate retribuite aumentano con l’età.
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In termini di distribuzione contrattuale, i giovani sono maggiormente impiegati con contratti a tempo determinato e stagionali. Le donne, inoltre, tendono ad avere retribuzioni più basse rispetto agli uomini in tutte le fasce di età, principalmente a causa della maggiore diffusione del lavoro part-time tra le lavoratrici.
Analizzando le tendenze territoriali e settoriali, emerge come i giovani lavoratori siano spesso impiegati in settori caratterizzati da una maggiore volatilità contrattuale. Al contrario, settori come le attività finanziarie e assicurative, che offrono retribuzioni medie più elevate, sono meno accessibili per i lavoratori più giovani e tendono a impiegare lavoratori con maggiore esperienza.
In conclusione, la dinamica lavorativa e retributiva dei giovani a circa 10 anni di distanza dall’esame di Maturità riflette una condizione di transizione caratterizzata da contratti di lavoro poco stabili e retribuzioni nettamente inferiori rispetto ai lavoratori più anziani.
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