Reddito di cittadinanza, si avvicina la seconda scadenza. Tuttavia, quando decade può comunque essere rinnovato: ecco come e quando.
Rinnovo del reddito di cittadinanza dopo la prima o seconda scadenza: la procedura è la stessa, così come le tempistiche da osservare per inoltrare la nuova domanda di accesso alla prestazione.
Da aprile 2022 ogni mese potrebbe essere l’ultimo per il pagamento del reddito di cittadinanza. Questo perché per i cosiddetti beneficiari della prima ora, ossia per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza da aprile o maggio 2019, si avvicina il momento in cui anche il secondo periodo di fruizione sta per terminare.
Secondo normativa, infatti, il reddito di cittadinanza ha una durata - in costanza di requisiti - di massimo 18 mesi. Per questo motivo, anche quando si continuano a soddisfare i requisiti, il reddito di cittadinanza decade comunque dopo 18 mensilità.
Questo vale tanto per le prime 18 mensilità quanto per i successivi rinnovi. È importante però sottolineare che non ci sono limiti al rinnovo, in quanto questo può essere richiesto per un numero indefinito di volte.
Visto l’avvicinarsi di questa seconda scadenza del reddito di cittadinanza è dunque importante ricordare quelle che sono le procedure con cui procedere con il rinnovo, come pure su quali sono scadenze e tempistiche da tenere in considerazione.
Rinnovo reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza, scadenze e sanzioni: quando si perde
Prima di vedere come rinnovare il reddito di cittadinanza è bene ricordare quali sono i casi in cui il beneficio decade.
Come si legge nell’articolo 3 - comma 6 - del decreto 4/2019, il RdC “è riconosciuto per il periodo durante il quale il beneficiario si trova nelle condizioni previste dall’articolo 2 (nel quale vengono descritti i requisiti del reddito di cittadinanza, ndr) e comunque per un periodo non superiore ai 18 mesi”.
Questo significa che il Rdc si perde, ad esempio, nel caso in cui l’Isee aggiornato risulti superiore a 9.360 euro (limite fissato dalla normativa), oppure quando la situazione di uno dei componenti del nucleo familiare muta a tal punto da superare la soglia massima di reddito familiare (6.000€ per la persona sola, mentre per le famiglie numerose bisogna moltiplicarla per il relativo parametro di scala di equivalenza).
È per questo motivo che qualsiasi variazione del nucleo familiare abbastanza significativa da poter comportare la perdita del beneficio va comunicata tempestivamente all’Inps utilizzando l’apposito modulo SR181 (Esteso).
Il reddito di cittadinanza poi si perde per motivi disciplinari, come ad esempio:
- quando in sede di presentazione della domanda sono state fornite informazioni mendaci. In tal caso la perdita è retroattiva, perché bisogna restituire tutte le somme accreditate sulla carta;
- omessa comunicazione delle variazioni del nucleo familiare entro il termine previsto;
- mancata accettazione di una delle due offerte di lavoro congrue ricevute durante il primo periodo di fruizione del reddito di cittadinanza;
- mancata sottoscrizione del patto per il lavoro.
A seconda del motivo che ha comportato la perdita del reddito di cittadinanza ci sono delle procedure - e delle tempistiche - differenti da seguire; vediamo perché.
Rinnovo reddito di cittadinanza: come calcolare la scadenza delle 18 mensilità
Capire quando scade il reddito di cittadinanza è molto semplice: basta calcolare le 18 mensilità erogate dall’Inps. La diciottesima sarà l’ultima e immediatamente dopo il Rdc decade.
Affinché i pagamenti mensili possano riprendere sarà dunque necessario avanzare richiesta di rinnovo.
Rinnovo reddito di cittadinanza: come fare?
Non c’è una procedura specifica per il rinnovo del reddito di cittadinanza: superata la scadenza dei 18 mesi, o comunque una volta decaduto il beneficio, si potrà fare nuovamente richiesta dimostrando di soddisfare ancora i requisiti previsti dalla normativa.
Quindi per il rinnovo del Rdc bisogna inoltrare una nuova domanda, utilizzando lo stesso modello previsto per la prima istanza. C’è però un termine da soddisfare: come chiaramente descritto dalla normativa, infatti, tra un periodo di fruizione di 18 mesi e un altro deve passare almeno un mese.
Questo limite non vale per la pensione di cittadinanza che quindi può essere goduta senza dover aspettare un periodo di sospensione (e non è neppure necessario presentare domanda, in quanto il rinnovo avviene in automatico).
Se invece il RdC è decaduto a seguito di una sanzione disciplinare, per effettuare una nuova richiesta bisogna attendere 18 mesi dal provvedimento di revoca o di decadenza; questo termine si riduce a 6 mesi per i nuclei familiari dove ci sono minorenni o disabili.
Reddito di cittadinanza dopo la scadenza di 18 mesi: quando presentare domanda
Come visto sopra, la nuova domanda del reddito di cittadinanza deve essere presentata nel mese successivo a quello in cui viene effettuata la diciottesima ricarica.
Questo significa che se l’ultima mensilità erogata è quella di aprile 2022 - il che è possibile per coloro che beneficiano del Rdc/Pdc da aprile 2019 e non sono mai stati soggetti a interruzioni, eccetto quella seguente alla scadenza dei primi 18 mesi - la nuova domanda andrà presentata solamente a maggio.
Ciò comporterà il mancato pagamento del reddito di cittadinanza a maggio, in quanto l’esito della domanda arriverà solamente nella seconda metà del mese di giugno.
Rinnovo reddito di cittadinanza e assegno unico: cosa è importante sapere
Il rinnovo del reddito di cittadinanza, che può essere effettuato per un numero indefinito di volte, comporterà dunque la sospensione della ricarica per almeno un mese. Ciò avrà conseguenze per l’assegno unico universale, che per i beneficiari del reddito di cittadinanza viene pagato insieme alla ricarica mensile senza necessità di avanzare richiesta per la nuova prestazione per il sostegno del reddito familiare.
Questo significa che nel mese di sospensione non si andrà a percepire alcun assegno unico, in quanto in quel momento non si risulta beneficiari del reddito di cittadinanza. Per questo motivo, per non perdere il diritto alla mensilità di assegno unico che sarebbe dovuta essere erogata nel mese in cui i pagamenti del Rdc vengono sospesi - in attesa dell’esito della domanda di rinnovo - sarà necessario avanzare richiesta di assegno unico all’Inps.
Questo tornerà poi ad essere pagato insieme al reddito di cittadinanza una volta che avrà inizio il secondo, o terzo a seconda dei casi, periodo di fruizione.
Reddito di cittadinanza: cosa cambia dopo il rinnovo
Generalmente non ci sono grandi variazioni dopo il rinnovo del RdC; l’interessato, quindi, è obbligato a rispettare le stesse regole previste per la prima fruizione. C’è però un cambiamento molto importante in merito alle offerte di lavoro nel caso in cui si passi tra il primo e il secondo periodo di fruizione: dopo il rinnovo, infatti, si è obbligati ad accettare la prima offerta d’impiego congrua, pena la perdita del beneficio. Questo vale anche a seguito del secondo rinnovo, e successivi.
In questo periodo, inoltre, un’offerta di lavoro si considera congrua indipendentemente da dove si trova; solo nel caso in cui nel nucleo familiari ci siano minori o disabili questa deve essere circoscritta a un’area di 250 km.
© RIPRODUZIONE RISERVATA