Scommesse, ecco il vero scandalo nel calcio di cui nessuno parla

Alessandro Cipolla

19 Ottobre 2023 - 10:35

Il mondo del calcio è scosso dal nuovo scandalo scommesse ma, ancora una volta, a regnare è l’ipocrisia di fondo di chi ignora il vero problema che attanaglia il pallone nostrano.

Scommesse, ecco il vero scandalo nel calcio di cui nessuno parla

L’ennesimo scandalo scommesse scuote il mondo del calcio in Italia che, riprendendo il sempre in voga motto gattopardiano del “tutto cambia perché nulla cambi”, si appresta a digerire anche questo boccone amaro grazie al suo stomaco ormai diventato di titanio.

Di colpo abbiamo scoperto che, soprattutto tra i più giovani, c’è un demone che si aggira nel dorato mondo dei calciatori: la ludopatia, che è un disturbo molto serio e riguarda la dipendenza del gioco d’azzardo.

Nicolò Fagioli e Sandro Tonali avrebbero ammesso - con tanto di certificato medico - di essere afflitti da questa patologia confessando di aver piazzato delle scommesse sul calcio: lo juventino già ha patteggiato in tempi record una squalifica di 7 mesi, mentre il centrocampista del Newcastle rischierebbe uno stop di almeno un anno per aver puntato anche sul proprio club di appartenenza (Milan e forse Brescia).

Il popolo sempre pronto a vomitare bile su questi ragazzi strapagati e circondati da modelle e influencer, avrebbe voluto una sanzione ben più dura e probabilmente non ha tutti i torti. La Federcalcio però sembrerebbe voler puntare tutto sulla funzione rieducativa ed educativa di queste squalifiche, tanto che Fagioli per 5 mesi dovrà seguire un percorso riabilitativo prendendo parte anche ad alcuni incontri sul tema per sensibilizzare i più giovani.

La verità è che tutti nel mondo del calcio hanno la coscienza sporca quando si parla delle scommesse, visto che i soldi derivanti dal gioco e dagli introiti pubblicitari sono molto importanti non solo per le società, ma anche per i principali media che vivono di pallone.

Scommesse: il vero problema del calcio italiano

Da quando la Procura di Torino sta indagando anche su calciatori che in Italia avrebbero piazzato scommesse sul proprio sport, cosa vietata e dal punto di vista sportivo punibile con una squalifica di almeno 3 anni, un fiume di inchiostro dei più fini psicologi e terapeuti ha provato a spiegare il perché di questi comportamenti non consentiti.

Si è parlato di giovani “annoiati” che così hanno trovato rifugio nel gioco e nelle scommesse cadendo preda del demone della ludopatia. Essendo un disturbo molto serio è fuori luogo ogni ironia riguardante comunque lo status di privilegiati dei ragazzi coinvolti, ma anche un eccessivo buonismo appare essere controproducente.

Sandro Tonali è un grande giocatore, uno pulito che lavora per diventare uno dei migliori - ha dichiarato al Telegraph Massimo Cellino -. Ma Milano è una città in cui è facile frequentare cattive compagnie”. Il presidente del Brescia sbaglia due volte: non tiene conto che il ragazzo ha ammesso di aver scommesso anche su partite del proprio club e poi usa toni simili a quelli di un genitore che addossa sempre la colpa agli altri pur di non ammettere le responsabilità del proprio figlio.

Il vero punto della questione però sono i soldi. Bisogna così fare un passo indietro al luglio 2018 quando, l’allora primo governo Conte sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega, ha licenziato il decreto Dignità fortemente voluto dall’ex ministro Luigi Di Maio.

Al fine di garantire un più efficace contrasto del disturbo da gioco d’azzardo - si legge nell’articolo 9 del decreto legge - ha vietato qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici, compresi i social media".

Il Sole 24 Ore in quel periodo ha calcolato che questo stop alla pubblicità dei siti di scommesse avesse provocato un ammanco per le casse del calcio italiano pari a 100 milioni. Una bella botta anche per i media che hanno visto venir meno una importante voce di incasso pubblicitario.

La grande ipocrisia

Ma allora perché ancora adesso club, eventi sportivi e mezzi di comunicazione, sono pieni di pubblicità a marchi che in qualche modo rimandano alle scommesse? Semplicemente perché il decreto Dignità è stato aggirato come ha spiegato Domani: “Secondo l’Agcom, dare le quote è informazione, sebbene rimandi in modo sfacciato al servizio che gli operatori vendono. Allo stesso modo, sono nati siti di news sportive o di guida tv che hanno nel nome un’appartenenza al prodotto vietato. Con quelli, i club sono liberi di stringere rapporti commerciali”.

Il Milan dove giocava Tonali ha un accordo con Snaifun («l’app che premia la cultura e la passione sportiva con news, quiz e pronostici»). L’ad Furlani lo ha chiamato un legame solido e speciale. La Juventus di Fagioli ha per partner Eurobet Live, come Lazio e Monza. La Roma dov’è cresciuto Zaniolo si accompagna a Starcasinòsport, come Napoli, Sassuolo, Palermo, l’intera serie B. Settore di competenza dichiarato: infotainment. Qualunque cosa significhi - si legge ancora su Domani -. Il Bologna fa pubblicità a Unibet TV, il Cagliari e il Verona a Bwin Tv. Urbano Cairo ieri si è detto preoccupato per tanta ludopatia tra i giovani. «Dobbiamo fare di tutto perché la formazione di un calciatore non sia solo tecnica: si deve essere uomini con dei principi», ma pure il Torino ha fra suoi i partner Starcasinòsport e la Gazzetta è entrata con il proprio marchio nel settore dei bookmaker, scommesse online. L’Inter ha messo un anno fa LeoVegas nel tunnel dello stadio, al campo di Appiano, sul kit d’allenamento. I giovani ragazzi ai quali rimproveriamo allora il vizio del betting, il nome dei bookmaker ce l’hanno scritto sulle tute e a bordocampo”.

Adesso nei media sembrerebbe essere partita la Crociata per chiedere l’abolizione del decreto Dignità in quanto avrebbe fallito favorendo il ricorso ai siti illegali; il sospetto però è che sia solo un modo per sbarazzarsi definitivamente di una legge che ha complicato la raccolta pubblicitaria.

Il decreto Dignità per quanto riguarda la parte delle scommesse è stato concepito per combattere la ludopatia, ma poi è stato annacquato totalmente e ora ci tocca sorbirci la morale da parte di chi ospita pubblicità di siti che, in qualche modo, rimandano a piattaforme dedite al gioco d’azzardo legale, quello dei .it per intenderci.

L’ultimo report della Figc ha evidenziato che nel 2021 è stata pari a 11,8 miliardi di euro la raccolta totale delle scommesse legate al calcio, con l’erario che ha incassato ben 303 milioni.

Anche per quanto riguarda questo ennesimo scandalo scommesse, la parola d’ordine nel calcio italiano sembrerebbe essere sempre la stessa: ipocrisia. A breve tutto cadrà nel dimenticatoio e verrà meno anche l’imbarazzo di chi ora pontifica sulla ludopatia con sullo sfondo delle pubblicità alquanto fuori luogo.

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