Solo questi 3 enti possono pignorare il tuo stipendio. Ecco importi e regole

Patrizia Del Pidio

14 Settembre 2024 - 20:17

Anche se ogni creditore può chiedere il pignoramento dello stipendio, a poterlo realmente pignorare sono soltanto 3 soggetti. Vediamo le regole e gli importi per il 2024.

Solo questi 3 enti possono pignorare il tuo stipendio. Ecco importi e regole

Anche se tutti i creditori possono richiedere il pignoramento dello stipendio del debitore, a poterlo disporre sono solo 3 soggetti specifici. Il pignoramento è un obbligo coattivo e quello dello stipendio prevede che il debitore versi parte del proprio stipendio al creditore. Aggredire lo stipendio del debitore, infatti, è la forma più diffusa per recuperare crediti, ma va sottolineato che si tratta di una procedura coattiva che può essere attivata solo da chi è abilitato a farlo.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, quindi, non è solo l’Agenzia delle Entrate Riscossione a poter disporre un pignoramento presso terzi (nel caso dello stipendio, il terzo è il datore di lavoro).

Solo questi 3 soggetti possono chiedere il pignoramento

Nel momento che l’Agenzia delle Entrate Riscossione invia una cartella esattoriale, se quest’ultima non viene pagata entro 60 giorni può essere avviata la procedura coattiva di recupero dei crediti, e può essere disposto il pignoramento dello stipendio o del conto corrente. Quindi il primo soggetto in grado di pignorare lo stipendio è proprio l’Ader.

A disporre il pignoramento, però, possono essere anche concessionari della riscossione iscritti all’Albo ex articolo 53 del D-lgs 446 del 1997 (attività di recupero coatto): questi soggetti, come l’Agenzia delle Entrate Riscossione, sono dotati di una serie di poteri che gli consentono di avviare procedure esecutive come il pignoramento dei beni, del quinto dello stipendio o della pensione. Questi soggetti devono essere in possesso della licenza del Questore che li abilita a svolgere le suddette attività di recupero coatto dei crediti.

Il pignoramento dello stipendio, infine, può essere disposto dall’autorità giudiziaria. Qualsiasi creditore, infatti, può rivolgersi al presidente del Tribunale per chiedere l’autorizzazione al pignoramento dei beni (compreso lo stipendio) del debitore. Il Tribunale emette un decreto ingiuntivo che intima al debitore di pagare, ma se non lo fa viene disposto il pignoramento dello stipendio, che viene notificato anche al datore di lavoro.

Pignoramento stipendio, importi e regole

Per chi teme il pignoramento dello stipendio, va considerato che non tutta la retribuzione può essere aggredita dal creditore. Il pignoramento ha regole e limiti ben definiti che garantiscono al lavoratore di mantenere un reddito che gli permetta di vivere (il cosiddetto minimo vitale).

Il limite dell’importo pignorabile dello stipendio varia in base al fatto che l’azione esecutiva sia disposta presso il datore di lavoro, prima che la retribuzione venga corrisposta, o sul conto corrente dove lo stipendio è accreditato.

Anche se lo stipendio, quindi, può essere pignorato, esistono dei limiti alla sua pignorabilità. La retribuzione può essere pignorata solo per un quinto del suo importo, indipendentemente dal suo ammontare. A differenza di quello che accade alle pensioni (per le quali esiste anche un limite al di sotto del quale non è prevista neanche la pignorabilità del quinto), gli stipendi possono essere pignorati anche se di ammontare molto basso. Se, ad esempio, al lavoratore spetta uno stipendio di 1.500 euro, il creditore potrà procedere solo al pignoramento di 300 euro al mese; se lo stipendio è di 750 euro la sua parte pignorabile è di 150 euro.

Quello appena descritto è il pignoramento che avviene quando la retribuzione è pignorata presso il datore di lavoro, prima del pagamento.

Se il pignoramento scatta, però, dopo che lo stipendio è stato versato sul conto corrente i limiti sono diversi: in questo caso tutte le somme presenti sul conto corrente possono essere pignorate per la parte che eccede di tre volte l’ammontare dell’assegno sociale. Nel 2024 l’importo dell’assegno sociale è di 534,41 euro e questo significa che dal conto corrente è possibile pignorare tutto quello che eccede i 1.603,23 euro.

Se il pignoramento è disposto dall’Agenzia delle Entrate i limiti cambiano

Se il pignoramento dello stipendio è disposto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione i limiti di pignorabilità sono diversi e nello specifico:

  • se lo stipendio ha importo fino a 2.500 euro solo un decimo può essere pignorato;
  • se l’importo è compreso tra 2.500 e 5.000 la parte pignorabile è di un settimo;
  • se lo stipendio ha un importo maggiore di 5.000 euro la parte pignorabile è uguale a un quinto.

Anche quando il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è disposto sul conto corrente i limiti di pignorabilità sono diversi: l’ammontare dell’ultimo stipendio deve essere sempre lasciato a disposizione del lavoratore, tutta la parte che eccede, invece, può essere pignorata.

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