Pignoramento stipendio, l’importo limite aggiornato al 2025

Simone Micocci

15 Gennaio 2025 - 11:46

Pignoramento dello stipendio, qual è il limite? Ecco l’importo del minimo garantito aggiornato all’1 gennaio 2025.

Pignoramento stipendio, l’importo limite aggiornato al 2025

Da inizio gennaio sono cambiati i limiti per il pignoramento dello stipendio nel caso in cui il creditore venga autorizzato ad aggredire il conto corrente del debitore.

Ogni anno, infatti, il limite entro cui lo stipendio già accreditato sul conto corrente può essere oggetto di pignoramento viene rivisto dal momento che come parametro di riferimento viene utilizzato l’Assegno sociale, la prestazione che spetta a coloro che al raggiungimento dei 67 anni sono in una situazione economica di difficoltà. A gennaio questa misura viene adeguata in base al costo della vita, ragione per cui ci sono ripercussioni anche sul limite del pignoramento.

Discorso differente quando invece il pignoramento dello stipendio avviene prima del pagamento al lavoratore. In questo caso stiamo nell’ambito del pignoramento presso terzi, come definito ai sensi dell’articolo 543 del Codice di procedura civile, operazione con cui a seguito di decreto ingiuntivo viene autorizzata l’aggressione di un credito che il debitore vanta nei confronti di un terzo.

Anche in questo caso solo una parte dello stipendio può essere pignorata in quanto al debitore va sempre riconosciuto il minimo vitale. Questo importo, come vedremo in questa guida, non cambia però ogni inizio anno, visto che è calcolato in percentuale fissa sullo stipendio.

A tal proposito, ecco tutte le regole aggiornate all’1 gennaio 2025 per quanto riguarda il limite di pignoramento dello stipendio, sia quando la trattenuta avviene direttamente in busta paga che in caso di aggressione del conto corrente.

Limite pignoramento stipendio aggiornato al 2025

È l’articolo 545 del Codice di procedura civile a disporre che le somme dovute a titolo di stipendio, salario o comunque qualsiasi altra indennità relativa al rapporto di lavoro può essere oggetto di pignoramento.

Come anticipato, non tutto lo stipendio è pignorabile: la legge, infatti, stabilisce che deve essere sempre garantito al debitore il minimo vitale per vivere e sosteneà utilizzate.

Facciamo chiarezza. La legge stabilisce che lo stipendio non può essere pignorato oltre il limite di un quinto: tale calcolo deve essere effettuato sull’importo netto e non sul lordo. Ad esempio, su uno stipendio netto di 1.000 euro il debitore ne può aggredire solamente 200 euro.

Tuttavia, quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento dello stipendio è soggetto a dei limiti differenti. Ecco come si calcola la quota pignorabile dello stipendio:

  • un decimo (1/10) dello stipendio se l’importo non supera i 2.500 euro;
  • un settimo (1/7) dello stipendio se l’importo non supera i 5.000 euro;
  • un quinto (1/5) dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000 euro.

Anche il Tfr può essere pignorato, sempre nel limite di un quinto dell’importo netto totale.

Se lo stipendio è basso può essere pignorato?

Non esistono stipendi non pignorabili, anche se di ammontare molto basso. Per esempio, se la retribuzione mensile è di 300 euro al mese, il pignoramento consentito ammonterà a 60 euro.

Quindi, una volta che si proceduto al calcolo del c.d. “minimo vitale”, lo stipendio può essere sempre pignorato per la parte eccedente.

Un principio ribadito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 248/2015, dove si legge che anche nel caso di stipendio molto basso - e anche se questo è l’unica fonte di sostentamento - il minimo vitale resta pari a quattro quinti dello stipendio.

Limite pignoramento dello stipendio su conto corrente

Diverso è il caso in cui il pignoramento avviene sullo stipendio già accreditato sul conto corrente. La legge, infatti, prevede che le somme già depositate sul conto al momento della notifica dell’atto di pignoramento possono essere aggredite per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale. Le mensilità versate dopo la notifica dell’atto di pignoramento, invece, verranno trattenute di volta in volta, fino all’estinzione del debito, direttamente dal datore di lavoro, nella misura di un quinto.

Di fatto, dal momento che l’importo dell’assegno sociale ogni anno è soggetto a rivalutazione, anche il limite del pignoramento dello stipendio su conto corrente viene continuamente aggiornato.

Nel 2024, considerando un importo dell’assegno sociale pari a 538,68 euro euro, la soglia oltre la quale è possibile il pignoramento è di 1616,04 (mentre nel 2023 era pari a 1.603.23 euro euro). Prendiamo come esempio il caso in cui sul conto ci siano 2.000 euro: l’importo pignorabile è pari a circa 384 euro.

Può essere pignorato più di un quinto dello stipendio?

Si può superare il limite del pignoramento dello stipendio oltre un quinto? Ciò può accadere quando ci sono più creditori sullo stesso debitore, ma solo se si tratta di crediti di natura differente.

Infatti, quando vengono notificati più pignoramenti nello stesso momento si procede con il saldo del credito in maniera progressiva, vuol dire che il secondo creditore riceve quanto gli spetta solo dopo che sono stati saldati i crediti del primo. Il giudice quindi autorizzerà il pignoramento dello stipendio “in accodo”, ovvero uno dopo l’altro.

Diverso il caso di quanto i creditori non sono della stessa natura. Facciamo un esempio: se una persona è debitrice nei confronti di un libero professionista (per crediti privati) e allo stesso tempo anche dello Stato, il pignoramento complessivo può superare il limite di un quinto ma lo stipendio garantito deve essere di almeno la metà.

Pignoramento della busta paga con notifica al datore

A questo punto possiamo vedere come funziona la procedura che porta alla espropriazione forzata.

Concretamente il pignoramento della busta paga avviene dopo che l’atto di pignoramento dello stipendio viene consegnato dal creditore al pubblico ufficiale del tribunale, in quale, a sua volta, procede con la notifica al lavoratore, al datore oppure all’istituto di credito.

Nel termine di 10 giorni, datore di lavoro o istituto di credito devono comunicare tramite Pec o raccomandata a/r l’importo dello stipendio del dipendente debitore.

Dopodiché debitore e creditore sono chiamati a comparire in tribunale dove avverrà la prima udienza. In questa sede il giudice verifica la veridicità e l’importo del credito e poi autorizza il pignoramento dello stipendio, che sarà trattenuto nella misura di un quinto dell’importo netto.

Attenzione: il pignoramento dello stipendio viene meno se il rapporto di lavoro cessa. Ciò significa che se il dipendente viene assunto da un’altra azienda la notifica va presentata nuovamente.

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