Successione, perché è rischioso intestare casa ai figli prima di morire

Ilena D’Errico

3 Ottobre 2024 - 00:15

Intestare la casa ai figli prima di morire è pericoloso? Ecco tutte le informazioni utili per evitare rischi.

Successione, perché è rischioso intestare casa ai figli prima di morire

Intestare casa ai figli prima di morire è una scelta vantaggiosa per diversi motivi, ma può rivelarsi anche rischiosa. Ci sono numerosi aspetti fiscali e legali da prendere in considerazione prima di compiere gesti azzardati, nell’interesse proprio e dei figli che riceveranno l’immobile. Dal punto di vista della successione, è bene assicurarsi di non ottenere l’effetto opposto di quello sperato, ovvero di non complicare la divisione ereditaria.

Non conoscendo le procedure corrette si rischia di vanificare anche gli sforzi di risparmio, senza contare della delicatezza della situazione di chi cede la proprietà dell’unico immobile che possiede. Prima di regalare un immobile è bene conoscere a dovere i rischi e di conseguenza quali precauzioni adottare per evitarli. In questo modo, sarà possibile donare la casa ai figli in tutta sicurezza e traendo il massimo vantaggio possibile per tutte le parti coinvolte.

Intestare casa ai figli senza violare la legittima

I figli sono eredi legittimari, quindi spetta loro per legge una certa quota dell’eredità che nemmeno il testatore può diminuire. Gli eredi legittimari possono altrimenti agire in giudizio per pretendere la percentuale del patrimonio ereditario garantita loro dalle norme successorie, portando inevitabilmente alla riduzione delle quote concesse ad altri eredi oppure delle donazioni effettuate in vita dal defunto.

Questo non significa che è possibile donare o lasciare nel testamento quanto si vuole al proprio figlio, perché questi ultimi concorrono tra loro e con l’eventuale coniuge superstite (anche se separato, purché non abbia ricevuto l’addebito della separazione). In altre parole, i fratelli possono agire in giudizio se hanno ricevuto meno eredità di quanto previsto dalla legge e ottenere la restituzione. Lo stesso vale per il coniuge superstite.

Le quote di legittima da rispettare sono le seguenti:

  • il 50% del patrimonio ereditario al figlio unico;
  • dell’eredità ai figli da dividere in parti uguali per teste;
  • dell’eredità al figlio unico in presenza del coniuge superstite;
  • il 50% dell’eredità ai figli, da dividere in parti uguali per teste, in presenza del coniuge superstite.

I figli nati fuori dal matrimonio e adottivi sono equiparati, senza contare eventuali figli naturali non riconosciuti che potrebbero pretendere il riconoscimento di paternità anche post mortem.

Per non commettere errori bisogna quindi farsi un’idea piuttosto precisa del proprio patrimonio, tenendo conto di beni mobili, immobili e debiti. È così possibile quantificare l’ammontare della quota ereditaria spettante a ognuno e non commettere errori. Ciò non vuol dire che non è possibile intestare a un figlio una casa che supera per valore l’importo corrispondente alla quota di legittima, bensì è sufficiente non limitare il diritto degli altri eredi legittimari.

La parte rimanente del patrimonio ereditario al netto delle quote di legittima costituisce la cosiddetta quota disponibile, che ognuno può distribuire a propria discrezione (in assenza di donazioni in vita o testamento accresce le quote dei legittimari). Così, la quota disponibile può essere usata del tutto o in parte per una donazione nei confronti di un figlio.

Non è un problema sei figli e il coniuge non ricevono lo stesso, purché ricevano quanto corrispondente alla quota di legittima. Altrimenti, come anticipato, possono ottenere la revoca della donazione. Per effetto della nuova regolamentazione, se l’intestatario ha nel frattempo venduto il bene dovrà restituire il valore corrispondente (nella misura in cui ha “attinto” dalla quota altrui).È evidente che ciò può comportare spiacevoli disagi e in alcuni casi una sostanziosa perdita economica.

Cose da sapere prima di intestare la casa a un figlio

Oltre alla considerazione delle quote di legittima, ci sono altre informazioni utili da conoscere prima di intestare casa a un figlio:

  • se il figlio è minorenne in seguito alla donazione non sarà possibile vendere l’immobile senza autorizzazione del giudice tutelare;
  • serve l’atto notarile, a meno che si proceda con una donazione indiretta;
  • è possibile conservare, con apposita clausola contrattuale, il diritto di usufrutto sulla casa donata per continuare ad abitarvi (ad esempio per evitare di essere sfrattati). Con il testamento, invece, lo stesso diritto può essere imposto in favore di altri;
  • per usufruire delle agevolazioni prima casa è necessario che il figlio trasferisca la residenza nell’immobile entro 18 mesi;
  • la donazione effettuata dopo l’insorgenza di un debito potrebbe essere revocata su iniziativa legale dei creditori entro 5 anni.

In questi casi risulta quindi fondamentale farsi assistere da un professionista per attuare la donazione nella maniera più conveniente possibile, tanto dal punto di vista fiscale quanto per gli aspetti legali.

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