Un solo erede può bloccare la successione? Ecco cosa stabilisce la legge e come sbloccare l’eredità in questi casi.
Alla morte del defunto si apre la successione, quel meccanismo con cui gli eredi subentrano nel patrimonio del de cuius e hanno dunque diritto all’eredità. In presenza di più eredi è spesso imprescindibile il consenso di tutti per alcune decisioni, tanto che ricevere l’eredità può diventare molto complesso.
Bisogna infatti considerare che non si ereditano beni, crediti o debiti specifici ma una quota percentuale - stabilita dal testamento o dalla legge - sull’intero patrimonio ereditario. Tutti i chiamati all’eredità che accettano sono quindi titolari di tutti i crediti e responsabili di tutti i debiti, nei limiti della quota ereditaria.
Soltanto con una divisione ereditaria si scioglie questa comunione, in modo che ognuno riceva la proprietà di singoli e interi beni. Non soltanto per la divisione è necessario il consenso di tutti gli eredi, ma anche per poter esercitare determinate azioni sui beni. Per esempio, senza il consenso di tutti la casa ereditata non può essere venduta e il conto corrente del defunto non può essere sbloccato.
Sembra quasi che un solo erede può bloccare la successione, impedendo agli altri di ricevere l’eredità, ma non è proprio così. Ecco cosa prevede la legge e come tutelarsi.
La successione può essere bloccata da un solo erede
Come anticipato, finché l’eredità è indivisa serve il consenso unanime degli eredi - cioè tutti i chiamati all’eredità che hanno accettato - per compiere le azioni che possono modificare il bene o il suo status giuridico, per esempio vendendolo.
Questo principio si basa sul sistema delle quote ereditarie, a causa del quale nessun erede ha l’intera proprietà di un bene ma una quota percentuale su tutto il patrimonio ereditario. Di conseguenza, finché non avviene la divisione ereditaria le scelte più importanti richiedono il comune accordo.
Oltretutto, non essendoci ancora stata la divisione, non ha importanza nemmeno l’entità della quota o l’origine del diritto successorio. Il consenso dell’erede con la quota maggiore vale esattamente quanto il consenso dell’erede che riceverà meno, così come le decisioni dell’erede testamentario hanno uguale valore a quelle dell’erede legittimo.
In questo senso si può affermare che anche un solo erede può bloccare la successione, perché senza il suo consenso è impossibile gestire l’eredità adeguatamente, a prescindere dal numero di eredi e dal valore delle quote. La successione, però, è ferma soltanto temporaneamente, poiché la legge consente di ovviare alle situazioni di disaccordo tra eredi rimettendo la questione al giudice.
Erede impedisce la successione, cosa fare
Un erede può impedire la successione soltanto finché non c’è stata la divisione ereditaria, dopo la quale ognuno risponderà dei propri beni, crediti e debiti. La situazione si fa particolarmente complessa quando l’eredità comprende veri e propri beni fisici mobili e immobili, oltre a crediti e debiti, come avviene nella stragrande maggioranza dei casi.
Questo perché l’applicazione della quota ereditaria non consente in alcun modo di esercitare il diritto di erede senza il consenso di tutti. Per esempio, tutti gli eredi devono presentare la richiesta per sbloccare il conto corrente del defunto, accettare la divisione dei gioielli, dare il consenso alla vendita di un immobile e così via.
In assenza di questo consenso le pratiche sono sospese, ma è possibile rivolgersi al tribunale affinché sia il giudice a stabilire la divisione tenendo conto dei diritti di tutti gli eredi. Prima del procedimento giudiziale c’è comunque una fase di mediazione, con cui è possibile raggiungere un accordo - che avrà poi valore esecutivo - oppure procedere verso il tribunale.
Per risolvere le controversie sull’eredità la divisione giudiziale, cioè non a domanda congiunta, è l’unica soluzione utile, poiché svincola i coeredi gli uni dagli altri. Allo stesso tempo, può rivelarsi anche una scelta poco conveniente, se si considera che i criteri di divisione non tengono conto dei legami affettivi e delle ragioni personali, ma anche che molto spesso la vendita avviene con prezzi decisamente sottostimati.
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