L’UE finanzia gli stessi progetti due volte secondo la Corte dei conti europea

Maria Paola Pizzonia

22 Ottobre 2024 - 19:14

Il «doppio finanziamento» potrebbe metterci di fronte ad un concreto rischio di spreco del denaro pubblico: analizziamo di cosa si tratta.

L’UE finanzia gli stessi progetti due volte secondo la Corte dei conti europea

In un’epoca in cui l’Unione Europea predica rigore e trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, emerge una realtà paradossale: proprio l’UE rischia di finanziare gli stessi progetti due volte. Questa è una contraddizione che, se non affrontata rapidamente, potrebbe minare seriamente la credibilità delle istituzioni europee agli occhi dei cittadini.

Questo perché un recente rapporto della Corte dei conti europea ha sollevato un allarme importante: c’è il rischio che l’Unione Europea stia finanziando gli stessi progetti più di una volta, con un possibile spreco di denaro pubblico. Il fenomeno del cosiddetto “doppio finanziamento” minaccia di compromettere l’efficienza dei fondi. La situazione oltretutto non è isolata ma riguarda diversi Paesi, tra cui l’Austria, e implica il pericolo di sovrapposizioni che risultano costose e inefficienti. Ma procediamo con ordine.

Cos’è il doppio finanziamento?

Per comprendere meglio il problema, è utile chiarire cosa si intende per “doppio finanziamento”. In parole semplici, questo fenomeno si verifica quando un progetto o un’iniziativa, banalmente, riceve denaro da due (o più) fondi dell’Unione Europea per coprire gli stessi identici costi. Ad esempio, immagina che un Paese stia costruendo una nuova linea ferroviaria e che presenti una richiesta di finanziamento a Bruxelles per questo progetto. Se poi lo stesso progetto viene incluso in un’altra richiesta di fondi da un diverso programma europeo, la stessa opera potrebbe essere finanziata più volte inutilmente. In questo modo i soldi dei contribuenti europei vengono spesi due volte (se non anche più di due) per un solo progetto, a scapito di altri interventi che potrebbero beneficiarne.

Un esempio concreto dall’Austria e i rischi che aumentano

Nel rapporto della Corte dei conti viene evidenziato un caso concreto in Austria. Parliamo della costruzione della linea ferroviaria Koralm, parte di un più ampio piano di elettrificazione delle ferrovie regionali. Questo progetto ha ricevuto fondi sia dal fondo di recupero post-Covid (Recovery and Resilience Facility, ARF) sia dal Meccanismo per Collegare l’Europa (MCE). La Corte ha criticato il fatto che i controlli esistenti non siano sufficienti a escludere la possibilità che i costi della stessa opera vengano rendicontati due volte e finanziati da entrambi i programmi.

Il rischio di doppio finanziamento è aumentato soprattutto con l’introduzione del fondo di recupero dalla pandemia, una somma enorme di 648 miliardi di euro che l’UE ha stanziato per aiutare i Paesi membri a riprendersi economicamente. Diversamente da altri programmi, questo fondo non si basa sui costi effettivi dei progetti ma sul raggiungimento di obiettivi predeterminati. In altre parole, un Paese può ottenere i finanziamenti se dimostra di aver realizzato un certo risultato, senza dover giustificare ogni singola spesa in modo dettagliato. Questo sistema, pur essendo pensato per semplificare l’erogazione dei fondi, ha aperto la porta a sovrapposizioni tra diversi programmi di finanziamento.

Il problema principale sono i sistemi di controllo insufficienti

La Corte dei Conti Europea ha puntato il dito contro i sistemi di controllo in vigore, affermando che sono inadeguati per affrontare un problema di questa portata. In effetti i controlli si basano principalmente su dichiarazioni fornite dai beneficiari stessi, con verifiche manuali che non permettono una supervisione su larga scala. Questo significa che il rischio di non accorgersi dei casi di doppio finanziamento è molto alto. Inoltre, la complessità amministrativa dei Paesi dell’UE rende difficile coordinare e monitorare efficacemente la gestione dei fondi. Anche se la Commissione europea esegue degli audit basati sul rischio, questi controlli non sono sufficienti per prevenire duplicazioni a livello locale.

Il paradosso delle misure “a costo zero”

Un’altra questione sollevata dal rapporto riguarda le cosiddette misure “a costo zero”. Queste sono riforme o progetti che, ufficialmente, non comportano costi diretti, come l’introduzione di nuove leggi. La Commissione europea le considera a basso rischio proprio perché non dovrebbero richiedere fondi. Tuttavia, la Corte dei conti europea ha evidenziato come alcune di queste iniziative possano comunque comportare spese non contabilizzate.

Il quotidiano austriaco Die Presse propone un esempio al riguardo, rispetto ad una riforma che nei documenti ufficiali potrebbe essere classificata come “a costo zero”, ma che in realtà genererebbe poi costi significativi. Questo dimostra che, anche quando un progetto sembra non richiedere finanziamenti, può comunque presentare conseguenze serie se non monitorato adeguatamente. La relazione sostiene che la definizione di “doppio finanziamento” dovrebbe tenere conto anche di casi simili.

Le raccomandazioni della Corte dei conti e la risposta della Commissione europea

Per affrontare il problema del doppio finanziamento, la Corte dei conti europea ha formulato una serie di raccomandazioni. Tra queste, una delle più urgenti è la creazione di sistemi informatici interoperabili tra i vari programmi di finanziamento, che permettano di incrociare i dati e identificare le sovrapposizioni. Inoltre, la Corte chiede un maggiore coordinamento tra i vari fondi europei e un rafforzamento dei controlli, con criteri più stringenti per evitare il doppio finanziamento. La Commissione europea, da parte sua, ha affermato che i sistemi di controllo attuali sono robusti e che eventuali debolezze sono già state corrette con l’aggiunta di ulteriori tappe di audit. Tuttavia, la Corte rimane critica, sostenendo che gli strumenti esistenti non siano ancora sufficienti a garantire la completa trasparenza e correttezza nell’uso dei fondi.

La complessità amministrativa e la frammentazione dei fondi rendono il doppio finanziamento un rischio concreto. Se non si interviene rapidamente per risolvere queste lacune, il paradosso di un’Unione Europea che spreca risorse pubbliche rischia di diventare una triste realtà, con effetti dannosi sia per l’economia che per l’immagine stessa dell’UE.

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