Il fallimento del gruppo immobiliare austriaco fa tremare le banche. Cosa rischia Unicredit con una esposizione stimata in 600 milioni di euro? Ecco il commento degli analisti.
UniCredit, cosa succede al titolo dopo il fallimento di Signa? La banca di Piazza Gae Aulenti ha un’esposizione di circa 600 milioni di euro in prestiti concessi per finanziari i progetti della holding immobiliare austriaca e si trova ora ad affrontare le conseguenze di questa insolvenza.
Signa, nota per possedere il Chrysler Building di New York e altri immobili di lusso in Europa, ha presentato mercoledì istanza di fallimento presso il tribunale di Vienna per un debito di 13 miliardi di euro che non riesce a saldare ai suoi finanziatori. La holding ha un valore complessivo di asset pari a 27 miliardi e ulteriori 25 miliardi di progetti in cantiere.
Il crack ha scatenato il panico nel settore finanziario, con un effetto domino che potrebbe estendersi oltre il settore bancario, coinvolgendo anche altri nomi importanti nel mondo degli affari europeo. Oltre alle banche, anche il retail europeo potrebbe subire conseguenze, dato che Signa detiene la maggioranza di alcune delle catene commerciali più grandi in Germania e Svizzera, oltre a diversi hotel di lusso e uffici.
Diverse fonti indicano che le banche austriache hanno un’esposizione complessiva di 2,2 miliardi di euro nei confronti di Signa, con Raiffeisen Bank International e Bank Austria (controllata da UniCredit) che rappresentano i due terzi di questo importo. Nella partita sono coinvolti anche Julius Baer, esposta per 606 milioni di franchi svizzeri con 70 milioni già accantonati, e Citi, che fa parte di un consorzio che ha concesso 100 milioni di prestito.
Nonostante UniCredit abbia dichiarato di non avere esposizione diretta verso la holding, la banca ha concesso finanziamenti per singoli progetti immobiliari, con prestiti garantiti.
Secondo gli analisti, UniCredit potrebbe utilizzare parte dei suoi accantonamenti per coprire l’esposizione, limitando l’impatto sulle politiche di pagamento della banca. Equita Sim conferma che UniCredit può assorbire eventuali perdite senza impatti significativi sulle politiche distributive, grazie a 1,8 miliardi di euro di overlays e alla robusta generazione di utili.
Nonostante ciò, riconoscono che un evento del genere potrebbe aumentare le tensioni nel settore bancario. La raccomandazione “buy” e il prezzo obiettivo di 31 euro per Unicredit rimangono invariati, senza modifiche alla strategia suggerita.
La vicenda di Signa Group è già stata paragonata alla “Lehman Brothers europea”.
Prima di vedere la nuova strategia con un Turbo Unlimited Certificates di BNP Paribas, analizziamo i livelli di supporto e resistenza secondo l’analisi tecnica.
Analisi tecnica Unicredit: strategie operative
UniCredit si muove sulla parità a circa 25 euro. Per il momento la notizia del fallimento di Signa non sta avendo impatti sul prezzo, che non si allontana dai massimi di periodo. Da inizio anno il titolo sta guadagnando quasi il 90% ma la corsa del titolo si è arenata prima della chiusura del gap di fine 2015 a 25,725 euro. Sotto 24,61 euro rischio di ripiegamenti verso 23,24 euro, poi fino a 21,50 euro. Oltre 25,50 atteso un allungo verso 26,10 euro.
Unicredit, grafico giornaliero. Fonte: TeleTrader
Sintetizziamo di seguito i livelli da monitorare per la nostra strategia:
Trigger: oltre 25,50 euro
Primo target: 26,10 euro
Secondo target: 27 euro
Stop loss: 24,61 euro
Unicredit: strategia long con i Turbo Unlimited Long Certificate di Bnp Paribas
Nell’ipotesi di una strategia “long” su Unicredit interveniamo oltre 25,50 euro per target a 26,10 e 27 euro, con stop loss localizzato a 24,61 euro.
Per questa strategia, si adatta il certificato Turbo Long di Bnp Paribas con ISIN NLBNPIT1RJC2 leva 4,72.
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