Vaccino coronavirus: perché non arriverà prima del prossimo anno

Leonardo Pasquali

05/05/2020

Tanti i progetti messi in piedi per sviluppare un vaccino per il coronavirus. Prima che venga distribuito su larga scala però potrebbero passare diversi mesi.

Vaccino coronavirus: perché non arriverà prima del prossimo anno

Molti centri di ricerca stanno lavorando assiduamente per trovare un vaccino per il coronavirus. Sono diversi i progetti messi in piedi ma forse solo a fine anno se ne potrà ottenere uno efficace e sicuro.

Nonostante le buone notizie arrivate in queste settimane sulla sperimentazione, è difficile ipotizzare che si possano mettere le mani su un vaccino prima del 2021. A spiegare perché è il professor Pier Luigi Lopalco dell’Università di Pisa. Vediamo nel dettaglio cos’ha detto.

Produzione del vaccino sarà avviata a metà 2021

L’emergenza coronavirus è ancora attuale, nonostante molti Paesi come l’Italia stiano iniziando ad allentare le misure restrittive adottate nei mesi scorsi. Si è potuti arrivare a una Fase 2 anche alle cure alternative per la COVID-19 che hanno potuto tamponare l’avanzata del virus e la sua mortalità in attesa di un vaccino. Su questo fronte arrivano ogni giorno notizie incoraggianti, come quella dell’Università di Oxford, che ne ha pronosticato l’arrivo in autunno. Tuttavia, prima che questa possa essere distribuito su larga scala, e arrivare così a tutti, potrebbe volerci ancora molto.

Il professor Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università di Pisa e coordinatore della task force per le emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, durante la trasmissione Agorà in onda su Rai Tre ha spiegato perché:

“Ci sono tantissimi progetti ma pochi sono in fase di sperimentazione sull’uomo. Forse entro fine anno avremo un vaccino che abbia dato prova di efficacia e sicurezza. Con stabilimenti e linee produttive pronte per quella tipologia di vaccino che viene trovato, ci vorranno almeno 6 mesi del prossimo anno per avviare una produzione che sia soddisfacente”.

La questione delle mutazioni del virus

Oltre alla questione produttiva e di distribuzione, gli esperti stanno anche tenendo conto della capacità del coronavirus di mutare. Ogni progetto di vaccino che si sta sviluppando però dovrebbe aver già coperto questa eventualità, scongiurando la possibilità di avere una cura sostanzialmente inefficace in futuro.

Ecco cosa ha detto Lopalco in merito:

“È ovvio che il virus muta ma per fortuna questo è un virus che non muta molto velocemente né molto sostanzialmente. I vaccini comunque si disegnano tenendo presente proprio di queste mutazioni. Se avremo un vaccino significa che questo funzionerà”.

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