14 regioni a rischio zona gialla: cosa manca per il cambio colore (la tabella)

Luna Luciano

09/08/2021

Sono 14 le regioni a rischio zona gialla che hanno soddisfatto almeno uno dei tre requisiti richiesti. Per poter meglio comprendere la situazione ecco una tabella riassuntiva che ci può aiutare.

14 regioni a rischio zona gialla: cosa manca per il cambio colore (la tabella)

Le perle italiane del Mediterraneo, la Sicilia e la Sardegna, corrono il rischio concreto di diventare “zona gialla” entro la fine del mese di agosto, a causa dell’aumento dei ricoveri in terapia intensiva.

Con l’introduzione delle nuove misure per la colorazione delle regioni, adottate dal decreto del 6 agosto, si aggiungono alle isole ben altre 12 regioni che rischiano di dipingersi di giallo. Ognuna di queste soddisfa almeno una delle tre condizioni elaborate dal Governo Draghi per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Con la campagna vaccinale che procede a passo sostenuto, però, non è detto che tutte le 14 regioni coinvolte andranno a soddisfare - fortunatamente - i requisiti per passare alla “zona gialla” e tornare quindi a restrizioni quali l’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi.

Cerchiamo quindi di capire effettivamente quali sono le regioni a rischio e quali sono i requisiti necessari per far sì che una regioni cambi sfumatura di colore.

Quali sono i requisiti per passare da zona bianca a zona gialla

Per poter effettivamente cambiare colore, una regione deve presentare una situazione ben precisa. Come sarà ormai ben noto, dal 23 luglio non occorre più guardare il numero dei contagi, ma piuttosto guardare all’indice d’incidenza, i posti letti occupati in terapia intensiva e quelli nei reparti ordinari.

Infatti per il cambio di colore sarà necessario che si presentino queste tre situazioni in contemporanea:

  1. Incidenza sopra i 50 casi ogni 100.000 abitanti
  2. Occupazione terapie intensive sopra al 10%
  3. Occupazione reparti ordinari sopra il 15%

Dopo l’entrata in vigore dell’ultimo decreto del 6 agosto, la situazione non è cambiata: i requisti rimangono gli stessi, ma l’incidenza dei contagi “non sarà più il criterio guida” per la scelta dei colori, in quanto i due parametri principali saranno quindi gli altri due (i tassi di occupazione dei posti letto in ospedale).

I tre criteri da soddisfare, per il momento, sembrano comunque lontani dall’essere raggiunti, almeno contemporaneamente. Se abbiamo già scritto della situazione critica in Sicilia e Sardegna, altre 12 regioni hanno soddisfatto uno dei criteri: l’incidenza dei contagi.

Tabella delle regioni a rischio

REGIONEINCIDENZA SOGLIA TERAPIA INTENSIVA SOGLIA REPARTI ORDINARI
Abruzzo - - -
Basilicata X - -
Calabria X - -
Campania X - -
Emilia X - -
Friuli X - -
Lazio X - -
Liguria X - -
Lombardia - - -
Marche - - -
Molise - - -
Piemonte - - -
P.A. Bolzano - - -
P.A. Trento - - -
Puglia - - -
Sardegna X X -
Sicilia X - -
Toscana X - -
Umbria X - -
Valle d’Aosta X - -
Veneto X - -

Come si può evincere dalla tabella elaborata dai dati forniti dall’Agenas, (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), per il momento tutte le regioni sono salve dalle restrizioni della zona gialla, ma dai dati emerge anche la situazione difficile che molte regioni stanno affrontando, e per alcune di loro vi è la possibilità di dipingersi di giallo tra la fine di agosto e gli inizi di settembre.

Le regioni più a rischio: la Sardegna e la Sicilia

La regione che più di tutte sta risentendo dei contagi è la Sardegna che soddisfa ben due criteri su tre. Presa d’assalto dai turisti che ricercano il mare e la montagna in luoghi isolati, la Sardegna presenta un’incidenza di ben 142 su 100.000 abitanti, un dato che quasi triplica il valore stabilito; ciò che preoccupa di più però è l’occupazione dei posti letto in area intensiva pari all’11%. Il terzo requisito non è nemmeno così basso, infatti i posti letto nei reparti ordinari è pari al 7%, quasi la metà di quelli richiesti per soddisfare tutte le misure e passare in zona gialla.

La Sicilia è una delle regioni in cui si sono registrati più casi positivi in 24 ore ed è molto vicina a soddisfare due requisiti su tre. La regione sicula ha infatti il valore dell’incidenza dei positivi pari 104,5, raddoppiando il requisito richiesto.

Preoccupa inoltre per l’aumento della percentuale delle occupazioni dei posti letto in terapia intensiva pari al 7%, un numero abbastanza elevato; mentre per l’occupazione dei posti letti nei reparti ordinari è pari al 13% a fronte del 15% richiesto.

Le altre ragioni che corrono più rischi

Come scritto precedentemente, il dato guida non è più l’incidenza dei contagi ma l’occupazione negli ospedali: se al momento solo la Sardegna soddisfa uno dei due criteri, altre regioni hanno registrato un aumento della pressione sugli ospedali nell’ultima settimana.

La Liguria è passata da un’occupazione dei posti letto del 2,8% in terapia intensiva al 7% e il Lazio dal 3,6% al 6%.

Ovviamente l’aumento dei contagi potrebbe essere indice di un aumento dei tamponi effettuati, solo in questo modo si potrebbe infatti spiegare la situazione della Calabria, che supera di poco l’incidenza con 57,1 positivi su 100.000 ma presenta un’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari pari all’11%.

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