AIE accusa Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti sul petrolio: il motivo

Violetta Silvestri

11/02/2022

Balza il prezzo del petrolio dopo le comunicazioni dell’AIE: il greggio supera i 90 dollari al barile, mentre continua la penuria di offerta. Per questo, Arabia Saudita e EAU sono stati accusati.

AIE accusa Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti sul petrolio: il motivo

Il prezzo del petrolio riprende a correre, superando i 90 dollari al barile nelle quotazioni Brent e WTI.

Il greggio resta nel mirino di osservatori e analisti di mercato tra le pressioni inflazionistiche, le tensioni in Ucraina e il ritorno sulla scena internazionale dei negoziati con l’Iran.

Il punto cruciale del mercato petrolifero è sempre lo stesso: lo squilibrio domanda/offerta: per questo, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha usato un tono severo conto Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Qual è stato l’ammonimento?

Prezzi del petrolio schizzano: cosa ha detto l’AIE

Alle ore 15.06 circa, i future Brent scambiano a 92,27 dollari al barile, con un rialzo dello 0,90% e il contratto WTI balza dell’1,11% a 90,88 dollari al barile.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha dichiarato che i mercati petroliferi restano tesi, anche se si stanno ancora dirigendo verso perdite settimanali a causa delle preoccupazioni sull’inflazione e con i colloqui USA-Iran che potrebbero spingere le forniture globali.

L’AIE ha aumentato di 800.000 bpd le previsioni della domanda per il 2022 sulla base delle revisioni dei dati storici. Si aspetta che la richiesta globale si espanda di 3,2 milioni di barili al giorno quest’anno raggiungendo il record storico di 100,6 milioni di barili al giorno.

Tuttavia, la prospettiva di un aggressivo rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve statunitense e i colloqui in corso tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare di hanno limitato ulteriori aumenti dei prezzi.

I prezzi, però, sono schizzati nuovamente in alto quando l’agenzia ha accusato il comportamento di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti: essi potrebbero aiutare a calmare i mercati petroliferi volatili se pompassero più greggio, questo l’ammonimento.

I due Paesi sono quelli con la maggiore capacità di produzione inutilizzata e potrebbero aiutare ad alleviare le scorte petrolifere globali in diminuzione, che sono state tra i fattori che hanno spinto i prezzi verso $ 100 al barile, aggravando l’inflazione in tutto il mondo.

“Questi rischi, che hanno ampie implicazioni economiche, potrebbero essere ridotti se i produttori in Medio Oriente con capacità inutilizzata compensassero...”

L’AIE ha affermato che la capacità inutilizzata effettiva potrebbe scendere a 2,5 milioni di barili al giorno (bpd) entro la fine dell’anno, tenuta quasi interamente dall’Arabia Saudita e, in misura minore, dagli Emirati Arabi Uniti.

Un esito positivo dei colloqui internazionali con l’Iran potrebbe, inoltre, revocare le sanzioni statunitensi sulle esportazioni del Paese e alleviare la carenza di approvvigionamento, ha aggiunto l’agenzia, riportando gradualmente sul mercato 1,3 milioni di barili al giorno di petrolio iraniano.

Domanda e offerta sembrano destinate a essere in equilibrio nel primo trimestre, ma si prevede che si trasformeranno in un surplus nel secondo trimestre o nella seconda metà dell’anno, stando alle stime.

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