L’ambizione di Finlogic è quella di diventare il principale aggregatore italiano nell’industria dell’identificazione automatica e nella stampa di etichette autoadesive. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato Dino Natale
Finlogic ha chiuso l’esercizio 2018 con risultati molto positivi sul fronte del giro d’affari e della redditività del business.
Il gruppo ha infatti registrato una crescita a doppia cifra su tutti i principali aggregati di conto economico grazie all’efficienza della gestione operativa dell’azienda che ha permesso di ribaltare sul mercato il costo della materia prima.
Gli ottimi risultati generati hanno permesso al Consiglio di amministrazione di proporre un dividendo di 0,1437 euro per azione, in linea con le promesse della società ai suoi azionisti.
Ne abbiamo parlato con Dino Natale, amministratore delegato di Finlogic.
Il 2018 si è chiuso con numeri davvero interessanti. Soddisfatti?
In Finlogic siamo molto soddisfatti di quanto fatto lo scorso anno, soprattutto per quanto riguarda la gestione operativa caratteristica del business. Il valore della produzione e il giro d’affari sono cresciuti per effetto delle operazioni M&A che abbiamo concluso nel 018, mentre l’Ebitda, cresciuto del 30%, dimostra la nostra capacità di ribaltare sul mercato l’aumento del costo della materia prima e la concorrenza grazie al mix di fatturato tra le varie divisioni sia per effetto dell’ingresso di società specializzate nella distribuzione di prodotti tecnologici sia per effetto dell’affermazione sul mercato del marchio complete label system.
Fonte: Finlogic
Siamo particolarmente soddisfatti delle vendite di prodotti tecnologici, anche rimane alto (oltre il 40%) il peso del nostro core business che è quello delle etichette autoadesive.
Soddisfatti anche gli azionisti grazie al dividendo?
Assolutamente si. Il capitolo dividendi è una delle due principali promesse fatte al momento dell’IPO a favore degli azionisti che hanno dato fiducia al nostro progetto di sviluppo: la crescita dei fondamentali, riflessa in ricavi ed EBITDA in incremento a doppia cifra e la distribuzione di dividendi. Con quello di quest’anno contiamo un payout ratio del 57% e un dividend yield pari al 2,7% sul prezzo dell’azione di fine 2018. Ritengo che questa sia una delle migliori dimostrazioni che il business plan abbia funzionato: nonostante i forti investimenti in M&A, con l’acquisizione di 5 società, abbiamo mantenuto la cassa generata con l’operazione di quotazione.
Qual è la prossima ambizione di Finlogic?
Vogliamo diventare il polo aggregatore nel settore dell’identificazione automatica in Italia. Oggi il settore è davvero molto frammentato e nonostante Finlogic è già fra i gruppi più importanti c’è molto spazio per crescere ancora. Uno dei focus cui diamo priorità è proprio questo: seguire la strada maestra delle acquisizioni esterne (M&A), senza dimenticare gli investimenti in capacità produttiva. Abbiamo proprio di recente acquistato un immobile per ampliamento dello stabilimento in Puglia. Gli investimenti fatti in Sud Italia ci portano ad avere benefici fiscali che tendono al 70% fra credito d’imposta e iperammortamento. Grazie a queste due misure nel 2018 abbiamo rilevato imposte inferiori a quelle previste.
Quali sono i target M&A cui guardate con maggior interesse?
A livello geografico guardiamo principalmente all’Italia ma di certo non disdegnamo l’estero. Siamo alla ricerca di target come quelli del 2018, system integrator che vendono nostri prodotti ma su diverse aree geografiche e non solo. Guardiamo anche a produttori di etichette, dove secondo noi il processo di integrazione M& è più rapido invece che investire con macchinari. Porto ad esempio Temak, azienda che abbiamo preso lo scorso anno: abbiamo consolidato clienti e lavorato con marginalità migliore grazie alle sinergie di gruppo create. Guardiamo anche a società che producono prodotti affini. Smartlab 3D è un esempio di società che opera anche nelle stampanti 3 D che secondo noi è affine all’attività dell’identificazione automatica: saremo i primi in Italia a proporre macchine che siano in grado di produrre qualsiasi oggetto in questo senso.
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