Dopo la felice esperienza del progetto Elite e lo sbarco su AIM Italia, Finlogic è pronta per conquistare porzioni di mercato sempre più ampie anche all’estero. Ce lo racconta Dino Natale, presidente e Ad del gruppo, in vista dell’AIM Investor Day di martedì 27 novembre
Si avvicina l’Aim Investor Day 2018, la manifestazione organizzata da IR Top Consulting che facilita le comunicazioni tra le PMI quotate sul segmento AIM di Borsa Italiana e gli investitori istituzionali. La giornata si svolgerà a Milano il prossimo 27 novembre.
In attesa della conferenza Money.it continua con la rassegna di interviste ai protagonisti dell’evento: oggi è toccato a Dino Natale, presidente e amministratore delegato di Finlogic, società che dal 2003 opera nel settore della produzione di etichette e distributore di prodotti barcode.
Dino Natale, presidente e amministratore delegato di Finlogic
Dott. Natale, su cosa si basa il business di Finlogic?
L’azienda si occupa della distribuzione di prodotti barcode, oltre alla produzione di etichette audiovisive e tecnologiche nei nostri due stabilimenti di Bari e Milano. A differenza dei concorrenti, che lavorano solamente in uno di questi settori, noi lavoriamo in entrambi i comparti. Grazie alle numerose operazioni di M&A che abbiamo concluso negli anni oggi possiamo contare sia sulla produzione di hardware che su quella software. Nel 2012 poi Finlogic è entrata a far parte del progetto Elite di Borsa Italiana, grazie al quale siamo riusciti a riorganizzare ancor meglio i processi
produttivi interni del gruppo. E’ stato un passo propedeutico alla quotazione. La nostra IPO nel 2012 si è attestata a 18 milioni di euro. Quest’anno abbiamo fatturato nei primi sei mesi dell’anno circa 14 milioni di euro: considerando che il nostro non è un business ciclico siamo sicuri di poter proiettare questo risultato anche sulla seconda parte di anno.
Quali sono le peculiarità e le prospettive del vostro mercato di riferimento?
Il nostro mercato di riferimento è molto frammentato sia sul fronte delle etichette che su quello dell’hardware. Per noi è quindi importante svolgere un lavoro di aggregazione: il settore è infatti ricco di opportunità grazie alla possibilità di scalata che offre. Come ho accennato, in passato abbiamo concluso diverse operazioni di M&A, tutte acquisizioni che abbiamo fatto su società di determinati territori che operano fornendo tecnologia e assistenza tecnica. Tendiamo a coinvolgere la governance delle imprese in modo da creare più sinergie per la capogruppo. In questo modo si ottengono nuovi servizi e specializzazioni che vanno ad aggiungere valore a Finlogic. Ma la crescita per linee esterne non è l’unica priorità. Abbiamo investito molto anche internamente per migliorare l’efficienza della capacità produttiva dei nostri stabilimenti e più recentemente abbiamo assunto un commerciale per aumentare la nostra presenza sul mercato estero, che al momento occupa il 5% del nostro business.
Come sono cambiate le cose dopo la quotazione su AIM Italia?
Con l’esordio sul segmento AIM Italia di Borsa Italiana siamo riusciti a raccogliere i fondi necessari ad accelerare lo sviluppo, diventando uno dei riferimenti per il nostro mercato in Italia. Oggi la nostra capitalizzazione di mercato si attesta a 38 milioni di euro. Un altro vantaggio derivante dalla quotazione è senza dubbio legato alla visibilità. Basti pensate che dopo l’IPO è entrata nella nostra compagine sociale con il 10% del capitale la holding della famiglia Volta, la Hydra Spa, azionista di maggioranza in Datalogic.
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