Alibaba Group Holding sta valutando l’opportunità di una quotazione secondaria sul listino di Hong Kong.
Dopo l’IPO (Initial Public Offering, offerta pubblica iniziale) da record a New York del 2014, in cui furono raccolti 25 miliardi di dollari, il colosso dell’e-commerce fondato da Jack Ma starebbe pensando, alla luce dell’escalation della tensione commerciale, ad un’operazione simile più vicina geograficamente al mercato domestico.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, la società avrebbe contattato gli advisor in vista di uno sbarco che potrebbe avvenire nella seconda metà del 2019.
IPO Alibaba: a Hong Kong per ragioni politiche
L’operazione sarebbe funzionale, riportano i ben informati, alla diversificazione delle fonti di finanziamento e all’incremento della liquidità.
“Gran parte di questa mossa ha motivazioni politiche”, ha commentato David Dai, analista di Bernstein basato ad Hong Kong. Inoltre, rileva l’esperto, dalla quotazione di Hong Kong potrebbe emergere una valutazione “potenzialmente migliore”.
Sul listino statunitense, le azioni BABA nell’ultimo mese hanno perso il 16,5% mentre rispetto a tre mesi fa il saldo è negativo per il 12,4%. Sui 12 mesi, le azioni Alibaba segnano un rosso del 21,5%.
IPO Alibaba: con IPO Hong Kong maggiore vicinanza con mercato domestico
La seconda quotazione, secondo i numeri forniti da Bloomberg, dovrebbe fruttare circa 20 miliardi di dollari.
“Riteniamo che si tratterebbe più di un ritorno a casa che di una raccolta fondi, visto che la società ha una liquidità di 29 miliardi e nell’esercizio fiscale 2019 ha generato 22 miliardi di flusso di cassa operativo”, hanno rilevato gli analisti di Bloomberg Intelligence.
“Hanno sempre voluto quotarsi ad Hong Kong”, rileva John Choi, analista di Daiwa Capital Markets. “Stanno effettuando numerosi investimenti in differenti settori e aree di business, il capitale è necessario”.
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