Almaviva: quale futuro per i dipendenti? Trattativa al Mise per evitare licenziamenti

Giornata decisiva quella di oggi per il futuro di migliaia di dipendenti di Almaviva Contact, una delle principali aziende di call center italiane. La società di Marco Tripi ha aperto le procedure di licenziamento per 2.511 operatori delle sedi di Roma e Napoli, mentre il 24 ottobre partiranno i primi trasferimenti da Palermo a Rende su un totale di 397 unità. Oggi al Ministero dello Sviluppo Economico ripartirà la difficile trattativa per salvaguardare questi posti di lavoro.

Nel maggio scorso Almaviva aveva già siglato un accordo con governo e parti sociali per scongiurare 2.988 esuberi - 1.670 a Palermo, 918 a Roma e 400 a Napoli -, grazie al ricorso ai contratti di solidarietà fino a novembre e ad ammortizzatori sociali nel 2017. Le carte in tavola sono però cambiate nel frattempo.

Almaviva Contact lamenta un deterioramento del contesto economico, anche a causa della concorrenza sleale di Paesi come l’Albania, e punta il dito contro l’incapacità del governo di far fronte al fenomeno delle delocalizzazioni e delle gare al ribasso, stigmatizzando la scelta dei sindacati di non sottoscrivere l’accordo sulla produttività precedentemente stipulato.

Almaviva: la replica del viceministro Bellanova

Il viceministro al Mise Teresa Bellanova - che gestisce le vertenze più “calde” - ha invitato Almaviva a mettere da parte “inutili e dannosi toni ricattatori” e a sedersi nuovamente al tavolo delle trattative.

In merito al tema della concorrenza sleale, l’esponente del Ministero dello Sviluppo Economico rivendica di aver lavorato sull’inasprimento delle sanzioni per chi delocalizza con una norma inserita nel ddl Concorrenza, che però è ancora all’esame del Senato.

Almaviva Contact opera in sei sedi (Milano, Roma, Napoli, Rende, Catania e Palermo) e conta circa 10mila lavoratori. I dipendenti Napoli e Roma sono già in solidarietà da quattro anni e hanno visto la decurtazione del loro stipendio salire dal 20% al 45%.