Dai rischi del MES passando dal motivo del successo del movimento delle sardine fino alla caduta dell’ultimo governo Berlusconi: tanti gli argomenti trattati da Fabio Frabetti e Marco Rizzo nella prima puntata del 4 dicembre 2019 del nuovo format di MoneyTV.
Dal MES al movimento delle sardine, dalla crisi dei sindacati ai veri motivi della caduta dell’ultimo governo Berlusconi: questi i temi della prima puntata del nuovo format di MoneyTV, in onda ogni mercoledì alle ore 12:00 sul canale YouTube di Money.it.
Protagonista del programma L’altro punto di vista è Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista. A condurre il giornalista Fabio Frabetti, co-protagonista del format MONDO & FINANZA, in onda tutti i venerdì alle ore 12:00.
Rizzo: i rischi del MES
Tanta carne al fuoco nella prima chiacchierata con Marco Rizzo, che con la sua consueta schiettezza ha risposto alle domande del conduttore Fabio Frabetti e quelle poste in diretta dai telespettatori della trasmissione.
Si è iniziato con l’argomento caldo del MES dove il segretario ha fornito il suo radicale punto di vista. Il problema non per Rizzo non è la riforma ma l’esistenza stessa del Meccanismo Europeo di Stabilità, i cui effetti nocivi si sarebbero visti già in passato come nel caso della Grecia dove “si è curato il Paese ma i greci sono quasi morti”.
Rimanendo sempre in tema di Europa l’ex deputato ha ribadito la sua contrarietà non solo all’Euro, ma anche alla permanenza dell’Italia all’interno della UE e della NATO, non risparmiando stoccate a Claudio Borghi e Alberto Bagnai che avrebbero ammorbidito le loro posizioni quando sono stati al governo con la Lega rea di “non mettere in discussione il modello di sistema”.
Le sardine pompate dai media
Critiche anche al movimento delle sardine, che sarebbe “ pompato dai media mainstream in quanto non sono contro il sistema” a differenza dei Gilet Gialli in Francia che invece sono stati bastonati.
Molto interessante è il retroscena che sarebbe alla base secondo Marco Rizzo della caduta dell’ultimo governo Berlusconi durante gli anni della crisi. L’ex premier sarebbe stato fatto fuori non per “le ballerine o le olgettine”, ma per aver stretto dei rapporti in materia energetica con Putin e Gheddafi, cosa questa che “non sta bene alla globalizzazione”.
Chiosa finale sul futuro del Partito Comunista, che per il segretario vuole proporre un modello di sistema ben diverso “da quello del popolo viola, delle sardine o della Lega, ma che è quello del socialismo”.
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