I Gilet Arancioni hanno fatto scalpore con la loro protesta contro il Governo e le regole di sicurezza sanitaria: la biografia e lo stipendio di Antonio Pappalardo, leader del movimento negazionista nei riguardi del coronavirus.
Antonio Pappalardo è tornato alla ribalta nelle cronache italiane: ma chi è l’ex generale a capo del Movimento Gilet Arancioni e, soprattutto, quanto guadagna?
Il leader del movimento, già noto nello scenario politico visto che era nelle liste delle ultime elezioni regionali dell’Umbria, sta diventando ormai un personaggio conosciuto nell’ambito delle proteste contro i vari Governi di turno.
La sua carriera nell’Arma dei Carabinieri, infatti, è affiancata da un particolare attivismo politico, fatto soprattutto di proteste, movimenti, azioni e dimostrazioni di denuncia e critica ai limiti della legalità.
Ora, nel pieno della crisi causata dal coronavirus, l’ex generale ha cavalcato l’onda dell’indignazione portando in piazza i Gilet Arancioni, con il loro programma antigovernativo e senza alcun rispetto delle norme di sicurezza contro assembramenti e rischio contagio.
Di seguito le principali informazioni per scoprire chi è Antonio Pappalardo, con la sua biografia e storia politica.
Antonio Pappalardo: chi è, biografia, politica
Classe 1946, palermitano e figlio di brigadiere, Antonio Pappalardo entra nell’Arma dei Carabinieri.
Nel 1981 è tenente colonnello e membro del Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare, del quale diventa presidente dal 1988 al 1991, restando comunque al’interno dell’organo fino al 2001.
Nella sua carriera all’interno dell’Arma dei Carabinieri, Antonio Pappalardo assume le cariche di capo di Stato maggiore della Regione Carabinieri in Abruzzo e Molise, vice comandante dell’Umbria, comandante del 2° Reggimento Carabinieri di Roma, generale di brigada, capo di stato maggiore della Divisione unità specializzata carabinieri di stanza a Roma.
Nel 2006 Pappalardo va in congedo e un anno dopo presiede il SUPU (Sindacato Unitario dei Pensionati in Uniforme), proponendo un programma di lotta permanente per il personale militare precario.
Negli anni attivi all’interno dell’Arma, Pappalardo si avvicina anche alla politica. Nel 1992 è eletto deputato come indipendente e diventa vice presidente della Commissione Difesa, partecipando anche a quella Finanze.
Prova anche la strada della candidatura a sindaco nel comune di Pomezia nel 1993, con un suo movimento Solidarietà democratica e diventa consigliere comunale.
Tra i suoi incarichi politici più importanti e più brevi si annovera la nomina a sottosegretario di Stato alle Finanze del Governo Ciampi, durata soltanto qualche settimana.
Successivamente mantiene il suo impegno politico aderendo prima al Patto di Mario Segni, poi provando le elezioni europee del 1994 come indipendente nelle liste di Alleanza Nazionale, con scarsi risultati.
Prova ancora ad essere eletto nei collegi di Taranto e poi in Sicilia negli anni tra il 2001 e il 2011, ma senza essere eletto. L’ultima candidatura risale alle consultazioni elettorali umbre, alle quali però non va oltre lo 0,13%.
Da segnalare, il rinvio a giudizio di Antonio Pappalardo per l’accusa di vilipendio del Presidente della Repubblica. L’ex generale ha accusato il Capo dello Stato Mattarella di essere un usurpatore in quanto, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legge elettorale Porcellum, il Parlamento sarebbe illegittimo e, quindi, anche la carica del Presidente della Repubblica.
Leader del movimento Gilet Arancioni
Il movimento dei Gilet Arancioni, ispirati dai Gilet gialli francesi, nasce nel 2019 su iniziativa di Antonio Pappalardo, che vuole un nuovo gruppo politico con il quale presentarsi alle elezioni umbre.
L’attivismo attraverso movimenti di protesta non è affatto nuovo per l’ex generale. Già nel 2012, infatti, è a capo del comitato che fonda il Movimento Liberazione Italia, al quale è legato il gruppo dei Forconi. Obiettivo è eliminare il Parlamento considerato abusivo e ridare potere al popolo.
Le denunce portate avanti con i Gilet arancioni seguono la stessa scia: dare fine al Governo Conte, considerato Illegittimo e indire nuove elezioni. Caratteristica della protesta è anche la richiesta di una nuova moneta, la lira italica, da coniare subito per aiutare i meno abbienti.
In questo periodo dominato dalla crisi economica per la pandemia, il movimento di Pappalardo è sceso in piazza, senza alcun rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, per denunciare anche l’usurpazione di potere contro le libertà con la scusa del virus.
Quanto guadagna?
Antonio Pappalardo al momento oltre a essere un generale dei Carabinieri in pensione è anche, in virtù dei due anni trascorsi in Parlamento tra il 1992 e il 1994, un ex deputato.
“Io vivo con la mia pensione di generale, 3.800 euro al mese - ha dichiarato Pappalardo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera in data 1 giugno - ho pure rinunciato al vitalizio, che pure erano altri 1.200 euro”.
Secondo l’ex generale, il Movimento Gilet Arancioni non è finanziato da nessuno “non abbiamo un centesimo”, con le manifestazioni del 30 maggio che sarebbero nate grazie al tam tam sui social.
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