Mediaset vs Vivendi: slitta al 23 novembre la prima udienza sulla richiesta del sequestro del 3,5% di Vivendi. Il punto sulla battaglia legale.
Avrà luogo il 23 novembre - e non più l’8 novembre - la prima udienza del procedimento cautelare con cui Mediaset ha chiesto al Tribunale di Milano il sequestro del 3,5% delle azioni Vivendi, nell’ambito della disputa che vede contrapposti i due giganti delle telecomunicazioni sull’acquisto della pay tv Premium.
Le due parti sono lontanissime tra loro ma lo slittamento dell’udienza potrebbe favorire un riavvicinamento.
La prima udienza dell’intera causa civile intentata da Mediaset contro Vivendi - in cui si chiede alla società di Bolloré 1,5 miliardi di danni per la mancata esecuzione del contratto - è fissata per il 21 marzo 2017 presso il Tribunale di Milano, al quale ha fatto ricorso anche la holding Fininvest, che ha chiesto a Vivendi il risarcimento del danno dovuto all’oscillazione del titolo.
Mediaset e la richiesta del sequestro del 3,5% di Vivendi
Annunciando la richiesta del sequestro del 3,5% di Vivendi, Mediaset ha spiegato che tale azione
“lungi dall’essere un’iniziativa intimidatoria, è finalizzata a tutelare gli interessi di Mediaset e dei suoi azionisti”.
Di conseguenza, la società delle telecomunicazioni di proprietà dell’imprenditore francese Vincent Bolloré, irritata dalla richiesta di Mediaset, ha scelto di abbandonare la via diplomatica:
“Ad oggi Vivendi non ha più intenzione di dare la priorità alla ricerca di una soluzione amichevole e si riserva il diritto di prendere tutte le misure necessarie per difendere i suoi interessi e quelli dei suoi azionisti”.
Vivendi e la fine dell’interim management di Premium
Vivendi ha poi comunicato la fine dell’interim management di Mediaset Premium, mossa che secondo l’azienda di Cologno Monzese rappresenta il “riconoscimento implicito della validità del contratto in essere”, nonché
“un tardivo tentativo di evitare ulteriori danni a quelli enormi già provocati dalla paralisi organizzativa di Mediaset Premium. Danni che non si possono certo cancellare in quanto l’inaccettabile comportamento di Vivendi ha bloccato l’impostazione di un’intera stagione di abbonamenti e calcistica”.
Mediaset: da luglio nessun contatto con Vivendi
Il gruppo francese si è detto pronto allo scontro con Mediaset, ricordando di aver “cercato continuamente soluzioni alternative negli ultimi mesi”. Considerazioni alle quali l’azienda di Cologno Monzese ha replicato così:
“Dal 25 luglio 2016, data della lettera ufficiale Vivendi di dietrofront sul contratto definitivo e vincolante firmato, non ci sono stati più contatti tra le due società: non risponde quindi al vero che ’negli ultimi mesi sono stati incessanti i tentativi di cercare soluzioni alternative’ tra le parti”.
Mediaset-Vivendi: l’origine della diatriba
La telenovela Mediaset Premium inizia il 26 luglio, quando Vivendi annuncia di non voler onorare il contratto vincolante siglato l’8 aprile, il quale prevedeva l’acquisto del 100% di Premium e del 3,5% di Mediaset, in cambio del 3,5% di azioni proprie.
Il colosso francese, nel motivare la sua decisione, bolla come irrealistiche le ipotesi di pareggio di bilancio nel 2018 contenute nel business plan della pay tv italiana.
La reazione di Mediaset non si fa attendere. Rifiutata la controproposta di Vivendi parte l’offensiva legale, condotta insieme alla holding Fininvest, con un crescendo di schermaglie e comunicati stampa infuocati destinato a proseguire fino all’udienza di marzo.
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