In settimana dovrebbero essere approvati i due provvedimenti amministrativi che consentiranno il ristoro agli obbligazionisti che hanno perso i loro risparmi nel piano di salvataggio delle 4 banche fallite. Vediamo insieme i criteri di accesso al fondo di solidarietà.
Sono in dirittura d’arrivo questa settimana i provvedimenti amministrativi che finalmente consentiranno il ristoro ai possessori delle obbligazioni subordinate delle quattro banche ormai note - Etruria, Marche, Carichiate e Carife - andate in default lo scorso novembre. Fonti vicine al dossier fanno sapere che gli uffici legislativi sono al lavoro per le ultime limature:“i due decreti sono tecnicamente pronti,ci sono nodi più politici che tecnici che devono essere definiti”, ha dichiarato alla stampa Raffale Cantone presidente dell’Anac (Associazione Nazionale Anticorruzione), e garante del funzionamento dei collegi arbitrali che dovranno valutare caso per caso e stabilire l’ammontare del ristoro che spetterà agli obbligazionisti.
Banche, pronti i due provvedimenti per il ristoro
Dopo che il governo nelle scorse settimane ha deciso di stralciare all’ultimo momento la questione dei rimborsi dal decreto banche - finalizzato al rafforzamento del sistema bancario - per non correre il rischio, nei 60 giorni necessari per la conversione in legge, di modifiche alle norme da parte del Parlamento, i tempi inevitabilmente si sono un po allungati. L’entourage di Renzi si è preso un po’ più di tempo per valutare bene le opzioni sul tavolo e trovare una soluzione inattaccabile dal punto di vista giuridico e politico.
Si è tornati dunque ai due provvedimenti amministrativi attuativi della Legge di Stabilità 2016 che ha previsto un Fondo di 100 milioni di euro da destinare ai risparmiatori che si sono visti azzerare i loro investimenti nel piano di salvataggio delle 4 banche territoriali, secondo quanto stabilito dalla nuova regola europea del bail in entrata in vigore il 1° gennaio 2016.
- un dpcm (decreto del presidente del consiglio dei Ministri) per la gestione degli arbitrati e la scelta dei seggi, divisi in 8 collegi insediati presso l’ Anac, che dovranno occuparsi delle richieste avanzate dai risparmiatori
- un decreto interministeriale Tesoro - Giustizia che fisserà regole e criteri per il definire e rilasciare i “ristori” ai risparmiatori toccati dal fallimento delle 4 banche
Banche, meccanismi e criteri per il risarcimento
Lo ricordiamo ci sono circa 1.100 risparmiatori che hanno perso oltre il 50% dei loro risparmi, per un totale di 27,4 milioni di euro. Altri 1.500 risparmiatori hanno perso tra il 30 e il 50% dei loro loro patrimonio finanziario in quei titoli: circa 85 milioni di euro andati in fumo. Ma quali saranno i criteri utilizzati ?
Secondo le ultime indiscrezioni di seguito un elenco di criteri che saranno valutati:
- Ammontare del patrimonio investito in obbligazioni subordinate. Avranno una corsia privilegiata i risparmiatori che dimostreranno di aver investito oltre il 20% del loro patrimonio complessivo in strumenti finanziari subordinati emessi dalla banca.
- Indicatore Isee. Verranno valutati anche i risparmiatori che, oltre ad aver investito una cospicua somma di denaro, in base ai parametri dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) rientrano tra coloro che appartengono ad una fascia economica medio-bassa.
- Comportamento scorretto della banca. (truffa) Se la banca nel proporre quel tipo di investimenti abbia valutato adeguatamente il profilo dell’investitore e se quest’ultimo fosse realmente a conoscenza delle caratteristiche degli strumenti finanziari che andava a sottoscrivere. Quindi anche una violazione delle Direttiva Mifid (la direttiva sui mercati degli strumenti finanziari) che detta alle banche anche i criteri di trasparenza, correttezza e adeguatezza per la tutela della clientela. Nelle loro valutazioni i giudici terranno anche conto dell’ingiustificata attribuzione di un grado di rischiosità più basso di uno strumento finanziario identico o simile a quello emesso da un altro istituto finanziario.Un elemento non di poco conto che farebbe emergere una vera e propria truffa ai danni dei risparmiatori.
Come sappiamo il Fondo da destinare è di 100 milioni e prima si vociferava che ci fosse un tetto massimo agli indennizzi di 100 mila euro. Limite che forse, secondo le ultime voci, non ci dovrebbe essere e che ogni decisione sarà lasciata ad un collegio arbitrale chiamato a valutare caso per caso la situazione delle vittime del salvataggio delle 4 banche coinvolte. E’ probabile, da quanto si apprende, che sia previsto anche un ristoro totale delle perdite qualora il risparmiatore riesce a dimostrare la mancanza del contratto scritto dell’investimento o la mancanza dell’adeguamento del contratto ai cambiamenti normativi.
Anche il Presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha riconosciuto la gravità della situazione ed è in attesa di conoscere meglio i dettagli dei due provvedimenti. Anche se la visione di Bruxelles sui criteri di rimborso rimane sempre limitata e saldamente ancorata all’assoluto divieto di ricorrere agli aiuti di Stati, vietati espressamente dalla Direttiva Brrd. Anche se c’è qui in Italia - come una parte dell’opposizione politica, i consumatori e il comitato delle “vittime del salva banche” - che proporrebbe il ricorso ad un fondo interbancario volontario, che proprio perché volontario, consentirebbe di raggirare il nodo “aiuti di stato” consentendo di dare ristoro pieno a tutti gli obbligazionisti delle quattro banche. Un’ipotesi molto remota poiché attualmente con la nuova normativa europea sugli aiuti di Stato qualunque tipo di finanziamento, per tutelare anche la libera concorrenza,si basa su una previa autorizzazione della Commissione europea.
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