Banche: per la Ue la crisi italiana non è acuta, rimane stallo su soluzione

Antonio Atte

11 Luglio 2016 - 17:30

Banche: per Dijsselbloem la crisi delle banche italiane non è «acuta». Padoan: «Il governo salverà i risparmiatori».

Banche: per la Ue la crisi italiana non è acuta, rimane stallo su soluzione

Banche - Per il governo italiano il bail in va sospeso, in modo da evitare il coinvolgimento dei risparmiatori nel salvataggio delle banche. Per le autorità europee le direttive sono chiare e qualsiasi soluzione alternativa va trovata sempre all’interno del quadro normativo di riferimento.

Queste le posizioni in campo nella partita per risolvere l’annosa questione delle sofferenze degli istituti di credito del Belpaese, acutizzatasi già all’indomani del voto sulla Brexit.

Secondo i vertici della Ue - fermi sostenitori dell’ortodossia - quella che riguarda le banche italiane non è una crisi “acuta”, volendo ricorrere a un aggettivo utilizzato oggi dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, il quale ha aggiunto che “le regole sono chiare e rigide” e che “le soluzioni si possono trovare ma va fatto nell’ambito regole”.

Banche, Padoan: risparmiatori saranno salvati

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si dice stupito dell’attenzione dedicata dalla stampa internazionale al dossier banche. Prima di entrare all’Eurogruppo, il titolare del Tesoro ha spiegato che “il governo italiano sta lavorando per predisporre, e in parte lo ha già fatto, strumenti precauzionali che, come dice la parola, saranno usati solo se necessario”, ribadendo che “i risparmiatori saranno salvati dal governo”.

Banche: manca ancora accordo con Ue

Ma l’accordo con l’Unione europea manca ancora, soprattutto per quanto riguarda il Monte dei Paschi di Siena, il quale rappresenta il problema più spinoso per l’esecutivo e per l’intero sistema bancario italiano, alla luce dei 47 miliardi lordi di Npl che l’istituto senese si porta in pancia da anni.

Una probabile bocciatura di Mps agli stress test EBA (i risultati saranno resi noti dall’Autorità Bancaria il 29 luglio) renderebbe necessario l’ingresso dello Stato nel capitale della più antica banca italiana, con una conseguente penalizzazione degli azionisti, degli obbligazionisti e dei depositanti sopra i 100mila euro.

Ma nel caso di Mps, ben 5 miliardi di obbligazioni subordinate si trovano nelle mani 60mila piccoli risparmiatori e altri due miliardi sono riconducibili a vari investitori istituzionali. L’applicazione del bail in scatenerebbe dunque un terremoto che il governo vuole a tutti i costi evitare.

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