Banco Popolare: Morgan Stanley fa mea culpa per l’errore nel calcolo del CET1 del Banco Popolare contenuto nel report del 6 luglio ma conferma la stessa previsione.
Morgan Stanley fa mea culpa per gli “errori grossolani” contenuti nelle previsioni sugli stress test dello scorso 6 luglio e denunciati dal Banco Popolare, che ha presentato un esposto alla Consob e avviato un’azione civile contro la banca d’affari della Grande Mela. Ma difende comunque il calcolo sul Common Tier 1.
Ricapitolando, la scorsa settimana il Banco Popolare è stato protagonista di un doppio scivolone in Borsa in seguito alla pubblicazione, da parte di Morgan Stanley, della pagella sugli istituti di credito italiani, in vista dei risultati degli stress test EBA che saranno pubblicati a fine luglio.
Per la banca veronese, Morgan Stanley aveva dipinto uno scenario a dir poco disastroso, calcolando un CET1 pari al -1,6% in caso di scenario avverso: peggio addirittura di Mps. Il report ha mandato su tutte le furie il Banco Popolare, che ha denunciato possibili errori nel computo del parametro a cui banche, investitori e risparmiatori fanno riferimento per valutare la solidità di un istituto di credito.
Banco Popolare: l’errore di Morgan Stanley sul CET1
In pratica quel CET1 è stato ottenuto sottraendo ai costi complessivi (7.621 miliardi) i proventi operativi della banca, pari a 2.117 miliardi (dato 2014 calcolato con scenario avverso).
Il risultato della sottrazione è 5,5 miliardi, ma Morgan Stanley ha calcolato 6,2 miliardi: da qui il drawdown che ha portato il CET1 a -1,6%.
La svista nasce da un errore molto banale: ai costi dell’istituto veronese sono stati sottratti i proventi di Bpm (1.327 miliardi), collocati - all’interno della tabella del report - proprio nel rigo inferiore a quello riservato alla banca presieduta da Pier Francesco Saviotti.
Banco Popolare: Morgan Stanley ammette l’errore ma conferma il calcolo
Morgan Stanley, pur ammettendo la cantonata, ha effettuato un nuovo calcolo dal quale emerge comunque un CET1 vicino allo zero per il Banco Popolare nello scenario peggiore relativo al 2015, sostenendo che i proventi di Bpm vanno effettivamente attribuiti al Banco Popolare.
Resta però da sciogliere il nodo sulla provenienza di quei 2.117 miliardi originariamente calcolati per la banca veronese.
Banco Popolare: la replica del chief risk officer
La finta retromarcia di Morgan Stanley ha fatto di nuovo imbestialire il Banco Popolare. Al Sole24Ore, il chief risk officer Carlo Palego ha dichiarato che la banca d’affari Usa ha voluto “difendere a tutti i costi un dato palesemente errato come dimostrerà la pubblicazione dell’EBA del prossimo 29 luglio”. A quel punto si vedrà chi ha ragione.
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