Il risultato del nuovo provvedimento sarebbe catastrofico per le tasche degli italiani. Rischio botta IMU.
L’UIL Servizio Lavoro, attraverso uno studio ad hoc, ha simulato gli effetti sul prelievo fiscale nel caso in cui la riforma sul catasto prevista dal governo andasse in porto. Il risultato ha gettato nello sconforto diversi partiti della maggioranza che sostengono l’esecutivo guidato dal premier Mario Draghi.
Ad aumentare in maniera considerevole sarebbe innanzitutto l’IMU sulle seconde case. Si è calcolato che questo incremento potrebbe essere di 1.150 euro a livello nazionale. La simulazione è stata effettuata sulle compravendite relative agli immobili delle zone semicentrali, su acquisizioni riguardanti il secondo semestre del 2020. Oltre all’IMU, anche l’indicatore ISEE legato al peso dell’immobile di proprietà subirebbe un incremento così consistente da provocare la perdita di alcune agevolazioni importanti per il contribuente.
Procedere sulla falsariga indicata dal governo per la riforma del catasto, un’idea osteggiata in particolare dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, provocherebbe un aumento del 128,3% delle rendite catastali a livello nazionale. A farne le maggiori spese sarebbero alcune città in particolare: a Roma, a differenza dei 1.150 euro di aumento sul territorio italiano, l’incremento della tassa sarebbe di 3.648 euro e a Milano di 2.260 euro. Un disastro per le tasche dei cittadini, i quali sono già alle prese con gli effetti devastanti del post Covid-19. Nonostante la riluttanza di una parte della maggioranza, però, il presidente del consiglio Mario Draghi non frena.
L’Unione europea incalza l’esecutivo sulle riforme, propedeutiche all’arrivo di nuovi fondi per il Recovery plan, in particolare su quella del catasto, una materia che è ferma al palo da oltre trent’anni. La discussione, in ogni caso, è ancora all’inizio e si preannuncia molto aspra. I tempi potrebbero allungarsi, creando frizioni insanabili con Bruxelles e mettendo a rischio importanti finanziamenti.
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