Dal colosso farmaceutico BioNTech arrivano rassicurazioni sul vaccino: è efficace contro ceppo inglese e sudafricano. A breve studi più approfonditi
BioNTech assicura che il vaccino anti-Covid resta efficace anche contro le nuove varianti di coronavirus in rapida diffusione nel corso delle ultime settimane, quella inglese e quella sudafricana.
Secondo il colosso farmaceutico tedesco, che insieme a Pfizer ha dato vita al primo dei vaccini approvato per l’uso d’emergenza, la fiducia circa la validità del preparato anche contro i cosiddetti nuovi ceppi è molto alta.
In particolare, l’amministratore delegato della società, Ugur Sahin, ha specificato che il vaccino mantiene la sua efficacia contro le varianti del virus scoperte nel Regno Unito e in Sud Africa e infettive a un ritmo fino al 70% più elevato:
“Quello che riteniamo è che, sulla base del meccanismo del nostro vaccino, anche se ci sono mutazioni la risposta immunitaria indotta dovrebbe essere efficace anche su un virus mutato”.
BioNTech assicura: vaccino efficace su nuovi ceppi
Intervistato dalla CNBC, Ugur Sahin è stato come prevedibile interpellato sulle sempre più preoccupanti nuove varianti del virus, da quella inglese a quella sudafricana fino alla più recente giapponese.
L’ad di BioNTech, malgrado mutazioni che si aggiungono e che complicano non poco il quadro della pandemia, si è però detto certo di una risposta immunitaria prodotta anche di fronte a queste ultime:
“La scorsa settimana abbiamo segnalato una nuova mutazione, presente nella variante del Regno Unito e anche nella variante sudafricana. Questa mutazione è considerata importante perché potrebbe cambiare strutturalmente la proteina. Ma sembra che l’efficacia del nostro vaccino resista”.
I commenti di Sahin si riferivano in particolare a una ricerca pubblicata giovedì dal gigante farmaceutico statunitense Pfizer, ma non ancora sottoposta a revisione paritaria.
Proprio quest’ultima ha indicato come il vaccino sia stato in grado di neutralizzare la cosiddetta mutazione N501Y, ovvero quella segnalata nelle varianti di coronavirus scoperte nel Regno Unito e in Sud Africa.
Le varianti, che hanno avuto origini separate, condividono entrambe una mutazione genetica della cosiddetta proteina spike, che il virus utilizza per entrare nelle cellule del corpo.
Sahin ha precisato che entrambe le società - BioNTech e Pfizer - saranno in grado di presentare più dati relativi all’intera serie di mutazioni rilevate entro i prossimi giorni.
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