Da The Street: sia George Soros che il re degli hedge fund Steve Cohen hanno dato il via libera agli investimenti sul Bitcoin.
Nonostante i chiari di luna degli ultimi tempi, con Bitcoin&Co. a fondo sotto i colpi della stretta regolatoria cinese, delle stoccate della Bce e della Fed e dello smarcamento di big cap e banche, sembra che due nomi pesanti della finanza USA abbiano iniziato a dirottare parte dei loro fondi sulle criptovalute.
Stiamo parlando, riprendendo le indiscrezioni fatte trapelare da The Street, di George Soros, finanziere ungherese a capo del Soros Fund Management, e di Steve Cohen, numero uno del fondo Point72 Asset Management.
Bitcoin, anche George Soros investe? Le indiscrezioni dagli USA
Seguendo le orme di Elon Musk, il guru (molto social) di Wall Street che ha sdoganato lo scorso gennaio gli investimenti sulle criptovalute con l’acquisto di Bitcoin per 1,5 miliardi di dollari, Soros avrebbe dato il via libera a Dawn Fitzpatrick, CIO del fondo, per scambiare attivamente i Bitcoin e (forse) altre criptovalute. Cohen, invece, sarebbe alla ricerca di un head of cryptocurrencies, il che sembra coerente con quanto comunicato a maggio da Point72 ai suoi investitori, e cioè che il fondo stava “esplorando nuove opportunità relative alla tecnologia blockchain e alle sue potenzialità”.
Al momento, né il Soros Fund Management né Point72 hanno confermato quanto emerso sulla stampa USA. Ma, in entrambi i casi, la decisione non sarebbe affatto sorprendente: Cohen, già nel 2012, diceva infatti che sarebbe da negligenti “ignorare un crypto-mercato da 2.000 miliardi di dollari”, mentre per Soros, gotha della finanza mondiale, è almeno dal 2018 che si parla della possibilità di una discesa in campo.
La finanza USA e il Bitcoin
L’ok di Soros e Cohen potrebbe innescare una sorta di reazione emulativa, un po’ come successo dopo l’investimento di Elon Musk, seguito da una pioggia di endorsement al Bitcoin da banche, circuiti di carte e blue chip. Il contesto in cui arriva è tuttavia profondamente diverso da quello dello scorso gennaio, quando il Bitcoin scambiava già oltre i massimi del 2017, sull’onda di una irrefrenabile frenesia rialzista. Il fronte anti-crypto, capitanato dalla coppia Buffett-Munger, continua del resto a fare proseliti, e contribuisce a spezzettare il sentiment di investitori istituzionali e retail sui crypto-asset.
© RIPRODUZIONE RISERVATA