Bitcoin è in bolla? La risposta arriva da Bank of America

Pierandrea Ferrari

18 Giugno 2021 - 16:38

Tiene ancora banco la questione relativa alla fondatezza della quotazione del Bitcoin: ecco cosa ne pensano i gestori di fondi intervistati da Bank of America.

Bitcoin è in bolla? La risposta arriva da Bank of America

Il Bitcoin è in bolla? L’interrogativo non perde forza nemmeno dopo il maxi-pullback della divisa, che con lo stop ai pagamenti in criptovaluta per le auto Tesla da parte di Elon Musk, e al netto della parziale retromarcia di questa settimana, ha perso oltre il 40% del suo valore.

Una risposta arriva ora da Bank of America, che in un sondaggio condotto tra il 4 e il 10 giugno ha chiesto a 224 gestori di fondi di esprimersi sulla fondatezza della quotazione del Bitcoin.

Bitcoin è in bolla? La risposta arriva da Bank of America

Stando ai risultati pubblicati dalla banca USA, l’81% dei gestori ha affermato che il Bitcoin è in piena bolla speculativa, e che cioè l’andamento dei prezzi è dettato da un aumento della domanda perlopiù ingiustificato, ascrivibile alla sfera irrazionale degli investitori. Una sigla, rimanendo in tema BTC, è stata spesso rispolverata nei lunghi mesi di bull run: Fomo, ovvero Fear of missing out, la paura di alcuni segmenti del mercato di rimanere tagliati fuori dai guadagni promessi dalle criptovalute.

È stato dunque questo il propellente della scalata del Bitcoin? Difficile da dire, ma sembra che questa interpretazione inizi a riscuotere consensi crescenti tra i gestori di fondi. Solo in un mese, infatti, la percentuale di gestori che leggono l’andamento del BTC come un chiaro segnale di una bolla speculativa è aumentata del 6%, allineandosi così alla stessa Bank of America che lo scorso gennaio parlava del Bitcoin come “la madre di tutte le bolle”.

Bitcoin ancora debole sotto quota 40.000 dollari

Se il Bitcoin è davvero una bolla, in ogni caso, si è già in buona parte sgonfiata. Certo, il mercato criptovalutario rimane particolarmente volatile, e nuove fiammate non sono da escludere, visto anche il potenziale effetto che un semplice tweet può innescare sulla quotazione. Tuttavia, al Bitcoin non sembra per ora essere bastata l’ipotesi di reintegro tra i metodi di pagamento accettati da Tesla, e dopo essersi affacciato sulla soglia dei 40.000 dollari è tornato a perdere forza, scambiando ora in area 37.000.

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