Il Bitcoin continua a correre verso i 60.000 dollari dopo il crollo della seconda metà di aprile. Ma da Berkshire Hathaway arrivano ancora parole di chiusura alla crypto: il vicepresidente e braccio destro di Warren Buffett, Charlie Munger, ha definito disgustoso il successo dell’asset.
Se Ethereum ha segnato un nuovo record storico oltre i 3.000 dollari, anche Bitcoin riprende quota e torna a vedere i massimi della prima metà di aprile. Al momento della scrittura la prima divisa digitale per market cap scambia a 57.921 dollari, spezzando così la spirale ribassista che aveva dettato la picchiata sotto la soglia dei 50.000.
Insomma, il mercato torna a scaldarsi, ma non mancano le bordate. Ieri, in occasione del meeting annuale del fondo Berkshire Hathaway, Charlie Munger - vicepresidente e braccio destro di Warren Buffett - ha ribadito ancora una volta la sua linea bearish sull’asset, dicendosi “disgustato” dal successo riscosso nell’ultimo anno, quest’ultimo “contrario agli interessi della civiltà”.
Bitcoin in rialzo, ma il braccio destro di Buffett è “disgustato”
Non una novità, certo. Questa in fondo è la linea che Buffett e il suo esercito di finanzieri segue sin dagli inizi. In un’occasione, il magnate di Omaha arrivò persino a definire il BTC “veleno per topi”, nonostante sul carrozzone della valuta - nell’ultimo anno - siano saliti un po’ tutti, dalle corporate USA ai circuiti di carte.
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L’ultima stoccata di Munger, 97 anni ma ancora un guru della finanza old school, non lascia spazio ad interpretazioni né a ripensamenti, tanto è netta:
“Certamente odio il successo del Bitcoin. E non ritengo benvenuta una moneta tanto utile a rapitori ed estorsori e così via, né mi piace la prospettiva di concedere qualche altro miliardo di dollari a qualcuno che ha solo inventato un prodotto finanziario basato sul nulla”.
Poco male per il Bitcoin, che sebbene sia riuscito a sgretolare la resistenze di buona parte della finanza mainstream, da alcuni segmenti del mercato - e soprattutto dal fondo USA e dal duo Buffett-Munger - non ha in fondo mai ricevuto il semaforo verde. Ma i traguardi sono stati tagliati ugualmente: in tal senso, la crypto sembra aver ritrovato lo smalto per ripuntare verso i massimi di metà aprile, dopo che l’hype (scemato) sull’Ipo Coinbase e i piani di Biden su una nuova tassazione per i redditi più alti negli USA ne avevano sgonfiato la quotazione.
Bitcoin oltre i 1.000 miliardi di market cap
Le fiammate dell’ultima settimana hanno permesso così al Bitcoin di scavallare ancora una volta la soglia dei 1.000 miliardi di capitalizzazione di mercato, consolidando la sua prima posizione tra le criptovalute. La quotazione odierna vale di fatto un +107% circa su base year-to-date e un +559,7% circa anno su anno.
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