Cosa bisogna aspettarci per il futuro dei Bitcoin? Ne parla Marco Amadori, CEO di Inbitcoin e una delle voci più autorevoli in materia, nel corso di un’intervista per Money.it.
Le previsioni per il 2021 evidenziano una crescita del Bitcoin che potrebbe raggiungere quota $300.000. Dopo un passato con andamenti altalenanti, la valuta virtuale più conosciuta sta facendo registrare una crescita senza eguali.
Ma cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Ne parla Marco Amadori, una delle voci più autorevoli in materia, pioniere della ricerca sui Bitcoin nel nostro Paese e CEO di Inbitcoin, una startup composta da 18 soci totalmente autofinanziata, fondato nel giugno del 2016, con l’obiettivo di far entrare il Bitcoin e la Blockchain nella nostra società in modo così radicale da modificarne le infrastrutture esistenti, nel corso di un’intervista per Money.it.
Bitcoin, cosa aspettarsi per il futuro
Secondo Amadori non è semplice fare previsioni, dal momento che tutto “dipende da come si incastrano i mercati”. Tuttavia secondo l’esperto è molto improbabile che il Bitcoin raggiunga quella quota nel breve periodo. Con molta probabilità infatti “potrebbe stabilizzarsi per un paio d’anni su cifre più basse di questa”.
Nel lungo periodo però non è un’ipotesi da escludere, ma anzi, con molta probabilità questa valuta virtuale potrà raggiungere questa cifra. Amadori infatti è sicuro che il Bitcoin possa raggiungere i $300.000, ma “bisogna vedere quando e soprattutto quanto varrà un Euro”. Secondo l’esperto infatti è necessario tenere in considerazione anche la possibile inflazione della valuta di cambio e proprio per questo si prospettano vari scenari. Il Bitcoin infatti potrebbe raggiungere i $300.000 con il potere di acquisto di adesso, oppure “il Bitcoin va a $300.000, ma con 30.000 euro ci compri un chilo di pane”.
Nell’area dell’Euro non è prevista un’iperinflazione nei prossimi anni, ciononostante “bisogna stare attenti”. Amadori infatti riporta il caso del Venezuela del 2013, precisando che un cittadino dello stato, se all’epoca avesse avuto “nella sua valuta l’equivalente di un milione di euro, adesso si ritroverebbe con meno di un euro”. Questi infatti sono dei rischi presenti in diversi tipi di valute che devono essere tenuti in considerazione.
Il punto di svolta del Bitcoin
La possibile svalutazione del Bitcoin tuttavia, precisa Amadori, non avviene allo stesso modo delle valute tradizionali. La più famosa valuta virtuale infatti viene definita un “hard money”, ossia un qualcosa che ha “un rapporto stock to flow deflattivo".
Ogni 4 anni infatti si dimezza la produzione di Bitcoin. "A giugno siamo passati da 12,5 nuovi Bitcoin ogni 10 minuti, a 6,25, e poi passeremo a 3,125. Quel passaggio segnerà un punto di svolta interessante, perché da quel passaggio in poi diventerà un bene con un rapporto stock to flow superiore all’oro”, conclude Amadori
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