Il Bitcoin a quota $300.000 nel 2021? La previsione

Pierandrea Ferrari

11 Dicembre 2020 - 08:01

Il Bitcoin si appresta a salutare un anno che ha segnato la rinascita delle criptovalute. Ma nel 2021, secondo gli analisti, le ambizioni saranno ancora più elevate.

Il Bitcoin a quota $300.000 nel 2021? La previsione

Riuscirà il Bitcoin a toccare quota 300.000 dollari nel corso del prossimo anno?

Un interrogativo, questo, che solo pochi mesi fa avrebbe suscitato l’ilarità dei salotti finanziari. Ma sebbene vi sia inevitabilmente una componente provocatoria, lo scenario accennato da alcuni analisti particolarmente “bullish” sul Bitcoin affonda le sue radici su un trend che è stato ampiamente visibile quest’anno.

Dopo le performance altalenanti del passato, infatti, la valuta virtuale ideata da Satoshi Nakamoto ha registrato una crescita senza eguali, che di fatto permette al ramo finanziario più audace di lanciarsi in previsioni che scavallano ampiamente la soglia dell’ottimismo.

Perché il Bitcoin potrebbe raggiungere quota $300.000

A poche settimane dalla fine del 2020, dunque, è tempo di piazzare le proprie scommesse. E il piatto più succulento, secondo gli analisti, è farcito di Bitcoin. Quello intorno alla criptovaluta ideata nel 2009 è infatti un entusiasmo crescente e contagioso, destinato a caratterizzare l’anno finanziario che ci apprestiamo a vivere.

Sebbene la concezione tradizionale del Bitcoin come asset speculativo condizioni ancora i mercati, le previsioni incoraggianti sull’andamento della criptovaluta nell’arco dei prossimi dodici mesi continuano a rincorrersi, spostando l’asticella delle ambizioni a poche spanne da vette iperboliche.

A vedere una corsa verso le stelle della valuta virtuale anche istituti finanziari di primaria importanza. Tra questi Deutsche Bank, che lo scorso mese ha rilevato la propensione degli investitori – inclusi alcuni hedge fund – di scegliere le criptovalute come bastione per difendersi dall’andamento del dollaro e dall’inflazione, o anche Citigroup, che vede nella scarsità di offerta della moneta digitale la fiamma che potrebbe alimentare il rally nel 2021.

Ma tra prospettive concrete, speranze e voli pindarici, a stagliarsi è la previsione dell’analista Willy Woo, che ha espresso con un tweet la sua vocazione rialzista sul Bitcoin:

“Il mio modello originario che vedeva il Bitcoin a 200.000 dollari entro la fine del 2021 adesso appare eccessivamente conservativo. Credo che la soglia dei 300.000 dollari non sia fuori portata”.

Una prospettiva, questa, che porta l’asset a muoversi ben oltre i suoi massimi storici. Ma la perdurante debolezza del dollaro – destinata a continuare con i primi vagiti di ripresa economica – unitamente al crescente interesse dei key player della finanza mondiale verso il settore delle criptovalute non permette, al momento, di scartare alcuna ipotesi sulle performance future della valuta virtuale.

Bitcoin: cosa è successo dopo la bolla del 2018

Il dibattito odierno sulla possibilità che il Bitcoin stracci il suo record storico era del tutto imprevedibile nel 2018, quando una bolla aveva spento le ambizioni della criptovaluta, di poco al di sotto di quota 17.000 dollari nel dicembre del 2017.

Da lì un lungo calvario, con la valutazione della moneta virtuale che ad inizio 2019 ristagnava sotto la soglia dei 3.000 dollari. Poi, una rapida ripresa durante i mesi estivi, condita da una serie di “up and down” che hanno fissato la quotazione dell’asset tra i 6.000 e i 10.000 dollari fino a febbraio 2020.

Il terremoto pandemico – che inizialmente aveva sbalzato indietro il Bitcoin, sotto quota 5.000 dollari – ha in seguito permesso alla criptovaluta di riprendere quella “bull run” che nel 2018 era sta smorzata dalla crescente inquietudine degli investitori.

Ma, grafico alla mano, è stata soprattutto la seconda ondata della pandemia a spedire in orbita la valuta virtuale: negli ultimi due mesi, infatti, la quotazione dell’asset è passata dai 9.632 dollari dell’11 ottobre a quella odierna di 18.227 dollari, per una variazione percentuale in territorio positivo dell’89,2%.

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