Gli ETF sul Bitcoin sono uno dei prodotti finanziari più attesi, ma la Sec continua a fare melina: il punto.
Degli Exchange-traded fund (ETF) sul Bitcoin, ovvero dei fondi comuni passivi a basse commissioni che replicano l’andamento della sottostante criptovaluta, assicurando semplicità di utilizzo, trasparenza nel profilo di rischio-rendimento e flessibilità nelle strategie di investimento. Questo, in soldoni, il regalo che i crypto-investitori – e soprattutto quei trader un po’ stagionati che hanno poca familiarità con gli exchange – chiedono da tempo alla Sec, l’ente federale preposto alla vigilanza della Borsa USA. Ma a che punto siamo? Ecco una ricognizione.
Bitcoin, quando arriveranno i primi ETF?
Lo scorso 17 giugno era una giornata segnata in rosso nel calendario dei crypto-amatori, visto che la Sec doveva pronunciarsi sulla proposta di Invesco – società di gestione degli investimenti USA – di lanciare due ETF sul Bitcoin, il The Invesco Galaxy Crypto Economy e il The Invesco Galaxy Blockchain Economy. Solo che, neanche a dirlo, è stato l’ennesimo buco nell’acqua.
Sì perché la Commissione ha deciso di rinviare per la seconda volta – era già successo lo scorso 15 marzo – la decisione sugli ETF di Invesco, e la fila si allunga. Sul tavolo della Sec ci sono infatti otto richieste (in pending) da parte di altrettante emittenti che vorrebbero lanciare i loro replicanti, incluso l’ETF di WisdomTree che andrebbe a tracciare la quotazione di Ethereum.
La Sec, in breve, fa melina. I fari dell’authority sono infatti sempre puntati sulla potenziale manipolazione dei prezzi di mercato dei crypto-asset. E lo stesso Gary Gensler, alla guida della Commissione dallo scorso aprile, non ha mai nascosto il suo orientamento verso Bitcoin&Co., sollevando a più riprese la necessità di implementare nuove regolamentazioni per proteggere gli investitori.
Quali prospettive, allora? Secondo gli analisti, vista anche la prudenza con la quale si muove la Sec sul campo minato delle criptovalute, resta altamente improbabile che i crypto-ETF ottengano il nulla osta entro la fine del 2021. “Il mercato è cresciuto, ma manca ancora di alcuni standard base che abbiano sui mercati azionari”, la linea di Gensler.
I potenziali effetti di un ETF sul Bitcoin
In ogni caso, vista anche la domanda crescente di prodotti finanziari sul Bitcoin e le altre criptovalute, è probabile che questa fase interlocutoria sarà seguita – prima o poi – dall’approvazione degli ETF da parte della Sec. E quali saranno, a quel punto, gli effetti sui crypto-asset?
Dei prodotti liquidi come i replicanti avvicinerebbero inevitabilmente frotte di investitori alle divise digitali, con conseguente accelerata delle quotazioni, e assicurerebbero anche un più elevato standard di sicurezza muovendosi in uno spazio regolamentato. Al tempo stesso, però, non verrebbero del tutto risolte le note incognite relative alle derive speculative degli asset. Ma questa, in fondo, è un’altra storia.
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