Effetto Tesla sul Bitcoin, ora oltre la soglia dei 46.000 dollari. Ma dietro il rally della criptovaluta c’è molto altro: dall’interesse istituzionale al ruolo degli exchange, ecco costa sta alimentando la corsa del Btc.
Nella giornata di oggi – martedì 9 febbraio – il Bitcoin ha segnato un nuovo record: al momento della scrittura la criptovaluta viene scambiata a 46.597 dollari, per un rialzo su base annua del 362%.
A favorire l’ultimo allungo, dopo gli “up and down” al fulmicotone dell’ultimo mese, l’investimento monstre di Tesla sulla crypto: una scommessa da 1,5 miliardi di dollari, quella piazzata dalla creatura green di Elon Musk, che ha contribuito a scaldare gli investitori già dalla giornata di ieri.
L’effetto Tesla, dunque, ha permesso al Bitcoin di ritrovare quello smalto perso ad inizio anno, ma all’ombra della criptovaluta continuano a lavorare diversi fattori rialzisti, vecchi e nuovi. Ecco i 5 motivi che possono spiegare il rally dell’asset.
1. L’interesse istituzionale verso il Bitcoin
In prima linea, indubbiamente, l’accresciuto interesse istituzionale verso il Bitcoin e – più in generale – l’intero comparto delle criptovalute. Hedge fund, aziende quotate in Borsa: la lista dei player che si sono gettati sul carrozzone Btc negli ultimi mesi è lunga, molto lunga.
Perché? La valuta virtuale, ad oggi, è considerata un bene rifugio affidabile, al pari dell’oro. La volatilità dei mercati finanziari e la minaccia di una crescita dell’inflazione continuano a rappresentare un fattore di rischio non indifferente, e sin dalla prima ondata pandemica la risposta dei key player della finanza è stata una e una sola: blindare le proprie riserve mettendo le mani sui Btc.
2. L’apertura dei colossi dei pagamenti online
Cruciale anche la graduale apertura dei colossi dei pagamenti online verso i wallet digitali: in principio fu Square, azienda statunitense con base a San Francisco, poi – lo scorso ottobre – anche PayPal ha concesso ai suoi 350 milioni di utenti di detenere criptovalute sulla sua piattaforma.
Non solo: la società, in un prossimo futuro, permetterà ai suoi clienti di effettuare transazioni nelle quattro valute virtuali più diffuse, ovvero Bitcoin, Bitcoin Cash, Litecoin ed Ethereum.
3. L’interesse «statale»
Più in generale, una parola può spiegare la grande corsa del Bitcoin dell’ultimo anno: credibilità. Ovvero, quel puzzle mancante che a lungo ha frenato il comparto criptovalutario, favorendo cicliche bolle speculative.
Oggi, tutto è cambiato, e la nuova luce che splende sulle valute virtuali è dovuta in parte al crescente coinvolgimento di diversi Paesi. Non sul Bitcoin, né sulle altre criptovalute, ma sulle proprie monete digitali: l’UE e gli Stati Uniti stanno lavorando su una versione virtuale dell’euro e del dollaro, mentre la Cina è già in una fase di sperimentazione avanzata sullo yuan digitale.
4. La scarsità di Bitcoin
Poi, un fattore rialzista, sin dall’alba del Bitcoin, è stata – e continua ad essere - la scarsità. Una caratteristica comune a tutte le criptovalute, questa, che continua a sostenere la valutazione degli asset.
Un ruolo chiave, in tal senso, è ricoperto dal Bitcoin Halving, ovvero un evento che si tiene ogni quattro anni e che prevede il taglio delle ricompense in Btc per i minatori. Risultato? Un numero decrescente di persone è disposto a minare la criptovaluta, gli investitori prendono coscienza della scarsità di Btc disponibili sul mercato, e la quotazione dell’asset continua a salire.
5. L’accessibilità del Bitcoin
Per ultimo, vale la pena menzionare l’accessibilità odierna dell’asset. Come detto, un numero crescente di risparmiatori è interessato a detenere o effettuare transazioni in Bitcoin: niente di più facile, oggi.
Le piattaforme di exchange sono svariate, e in rapida crescita. Coinbase, ad esempio, sta pianificando di quotarsi in Borsa con un direct listing. Un segno, questo, della crescente popolarità dell’intero sistema. E il risultato è scontato: più le operazioni criptovalutarie diventano accessibili e agevoli, più l’interesse degli investitori retail aumenta.
Bitcoin: cosa succederà nel 2021?
Il crescente interesse degli hedge fund, delle grandi aziende quotate in Borsa e degli Stati, le strategie dei big dei pagamenti online, il Bitcoin Halving e l’accessibilità: un mosaico di fattori rialzisti, questo, che non spiega solo la grande corsa della quotazione del Btc, ma misura anche la rivoluzione copernicana che si sta abbattendo sul comparto delle criptovalute.
Oggi il Bitcoin viene percepito, nonostante la volatilità, come un asset affidabile in cui congelare i propri risparmi. Lontani i tempi della grande bolla speculativa che sgonfiò la quotazione dell’asset tre anni fa, dunque: aldilà del prezzo – sono in molti a vedere il Bitcoin oltre la soglia dei 100.000 dollari nel 2021, come JP Morgan – nel corso dell’anno registreremo una devozione sempre più profonda delle grandi istituzioni finanziarie verso il Btc.
Il tutto, a dodici anni dal lancio della criptovaluta: forse la grande rivoluzione sognata da Satoshi Nakamoto, la mente (o le menti) geniale dietro alla valuta virtuale, è davvero compiuta.
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