Review su Bloodborne, Action RPG per PS4 che catapulta il videogiocatore in un mondo horror fantasy pieno di pericoli e sfide.
Bloodborne è un Action RPG creato in esclusiva per PS4 - Play Station 4 - uscito il 25 Marzo 2015.
Bloodborne è nato dalla casa From Software, che ha inaugurato la sua storia con la creazione di Demon’s Souls, fino ad arrivare alla sua ultima creatura: Bloodborne, il nuovo Action RPG per PS4.
Il gameplay punitivo ha bisogno di grande strategia dal parte del videogiocatore ed
il livello tecnico è davvero molto avanzato.
Le ambientazioni horror fantasy e il comparto tecnico fanno di Bloodborne uno degli Action RPG più spettacolari dell’era next-gen, e che giustificano ampiamente gli acquirenti di una PS4.
Bloodborne, review: 40-50 ore di gioco e terrore
L’ambientazione è di stampo horror fantasy, in un Londra che al tramonto partorisce mostri e minacce per il protagonista di Bloodborne, che inizia la sua caccia per le strade della città e all’interno di dungeons sterminati, con tanto di boss finale.
Per il completamento del gioco sono necessarie dalle 40 alle 50 ore di gioco, in una mappa di gioco sterminata e dall’altissima qualità delle texture.
Molte zone sono puramente facoltative per il completamento del gioco, ma la forte necessità di aumentare la forza del personaggio spingono il videogiocatore verso i confini più lontani del mondo di gioco.
Bloodborne, review: alto livello di strategia necessario
Il livello di difficoltà è molto alto e a far morire il Bloodborne è cosa davvero semplice, con parti di gameplay che è necessario ripetere più e più volte per riuscire a non compiere di nuovo gli errori che ci avevano portato alla morte.
Il movimento dei nemici e i loro attacchi necessitano uno studio meticoloso, nonché una forte ricerca della tecnica nell’uso dei movimenti elusivi del personaggio.
Ovviamente ogni nemico è più sensibile a determinati attacchi e offensive e l’unico modo di scoprirli è necessario un numero indefinito di tentativi e morti.
Bloodborne è un gioco che premia i tenaci e punisce coloro che si lanciano in mischia senza avere in mente una solida strategia d’attacco.
Un gioco impegnativo, non c’è dubbio, che premia con una forte sensazione di appagamento e soddisfazione pochi videogames.
Bloodborne, review: le armi
Come in ogni RPG che si rispetti anche in Bloodborne ogni cosa è modificabile al millimetro, con un inventario di armi, magie e costumi di grande varietà e numero.
Una grande novità sono di sicuro le armi da fuoco che il nostro personaggio brandisce nella mano sinistra, mentre nella destra continua ad impugnare l’arma da taglio assegnata.
Le armi da fuoco non hanno un grosso danno, ma riescono ad interrompere gli attacchi dei nemici mentre li compiono e ci permettono di compiere l’offensiva.
Tutte le armi in Bloodborne sono usurabili ed hanno una durata specifica.
Ogni arma possiede tre slot dove incastonare liberamente le cosiddette gemme di sangue, e che oltre al danno aggiungono effetti offensivi quali l’avvelenamento.
In Bloodborne nulla è lasciato al caso e l’alta difficoltà delle situazioni all’inizio impossibili lascia sempre aperta la strada a due o tre modi di affrontarla, spingendo il videogiocatore verso l’uso di strategie sempre nuove e davvero appaganti.
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