La sterlina tocca quota 1,39 dollari, livello più alto da aprile 2018: a trainare la valuta britannica il passo sostenuto di Londra sul fronte delle vaccinazioni e gli ultimi dati della Bank of England sul Pil britannico.
Boom della sterlina: la valuta britannica ha toccato oggi – lunedì 15 febbraio – quota 1,39 dollari, ai massimi sul biglietto verde degli ultimi 33 mesi.
A favorire l’allungo della sterlina sul mercato dei cambi la campagna vaccinale senza intoppi nel Regno Unito e le ultime stime diramate dalla Bank of England (BoE), che ha spento i diffusi timori su una recessione “double dip” per l’economia britannica con i numeri del Q4 2020, +1%.
La sterlina tocca quota 1,39 dollari
Un po’ di ossigeno per il Regno Unito: dopo un annus horribilis passato tra i tavoli negoziali della Brexit – gli analisti già vedono le prime congiunture negative del divorzio con l’UE nei dati macroeconomici – e la crisi pandemica, aggravata dalla variante domestica ormai imperante in tutto il vecchio continente, la sterlina riprende quota e tocca i massimi sul dollaro da aprile 2018, rafforzandosi anche sull’euro (1,14, livello più alto degli ultimi nove mesi).
Dietro agli ultimi movimenti della valuta sul mercato dei cambi c’è la prova di forza di Downing Street sul fronte vaccini anti-Covid: mentre l’Europa tutta annaspa ed apre le porte allo Sputnik russo per compensare il passo incerto nelle forniture di Pfizer e AstraZeneca, aldilà della Manica sono stati immunizzati oltre 15 milioni di britannici, capitalizzando al meglio la posizione di first mover in ambito vaccinale.
Certo, la pandemia continua a mordere, e i lockdown implementati qua e là rischiano di soffocare oltremisura un’economia già gravata dal braccio di ferro con l’UE e da undici mesi di crisi sanitaria, ma la quota di vaccinazioni effettuate – a distanza siderale dai partner europei, come la Germania, la Francia e l’Italia – apre uno squarcio nelle prospettive sinora grigiastre dell’economia britannica.
Anche i dati sul Pil dietro la corsa della sterlina
A rafforzare la valuta britannica, inoltre, i numeri snocciolati dalla Bank of England la scorsa settimana: gli analisti temevano una recessione “double dip” – ovvero due picchi negativi intervallati da un rimbalzo, quello estivo – ma le stime evidenziano un grado di resilienza insospettabile di Londra sul finire dell’anno.
L’economia britannica, infatti, ha registrato una crescita dell’1% nell’ultimo trimestre del 2020, nonostante il periodo sotto osservazione sia stato influenzato – in tutta Europa – dal ritorno in grande stile della pandemia, dopo il break del Q3. Incoraggiante soprattutto il trend di dicembre, che ha visto il Regno Unito in territorio positivo dell’1,2%.
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