Borsa Italiana verso una nuova tempesta: i mercati scommettono contro il Ftse Mib tra i timori per il referendum e la crisi delle banche.
I guai per la Borsa Italiana si preparano a scatenare una nuova tempesta.
Molti mercati europei hanno già recuperato dallo shock della Brexit, mentre la Borsa Italiana sembra avere ancora molta strada da fare. Il referendum costituzionale si avvicina e la crisi delle banche in corso: i trader stanno scommettendo su una nuova turbolenza sul mercato italiano.
Gli investitori in Italia, già alle prese con delle perdite tra le più alte al mondo nel 2016, si stanno preparando agli effetti del referendum di novembre che potrebbe decidere le sorti del premier Matteo Renzi.
Il prezzo delle opzioni a protezione dalla volatilità dei titoli azionari italiani per i prossimi tre mesi è ai massimi dal 2013 contro i contratti a breve termine, secondo i dati riferiti da Bloomberg.
Borsa Italiana: occhi al referendum
Citigroup Inc. ha definito il referendum costituzionale italiano il rischio più grande all’interno della politica europea di quest’anno oltre alla situazione del Regno Unito. Le banche italiane lottano per sostenere il capitale a fronte dei 360 miliardi di euro di crediti deteriorati.
Per Kevin Lilley, manager sull’azionario della zona euro presso la Old Mutual Global Investors di Londra, il pericolo è così alto da aver ristretto la sua posizione sul mercato italiano ad una sola società - la Leonardo-Finmeccanica SpA - dopo aver venduto titoli come Banca Popolare di Milano e Mediobanca SpA.
«L’Italia è entrata in ipervenduto nel corso dell’ultimo anno a causa della incertezza politica»,
ha commentato Lilley, la cui società gestisce circa 34 miliardi di dollari.
«Il referendum è un evento del tutto binario, sarebbe molto buono per l’Italia se passasse perché semplificherebbe il processo decisionale. Ma purtroppo il primo ministro ha legato il suo futuro a questo risultato e i problemi delle banche rimangono ancora in sottofondo».
Ftse mib trascinato dalle banche
La scorsa estate, quando il selloff inaugurato dalla Cina ha fatto bruciare 8.3 trilioni di dollari sui titoli azionari globali, l’Italia era in controtendenza. Il FTSE MIB ha quasi raggiunto i massimi di sei anni a luglio 2015 con un rialzo annuale del 13 per cento, grazie alla fiducia nelle riforme e alla aspettativa per una ripresa economica interna. Quest’anno, l’indice è sceso in fondo alla classifica, e uno dei più grandi ETF che segue il FTSE MIB si prepara a registrare 7 mesi su 8 di deflussi.
Le banche italiane sono tra i titoli europei che perdono di più a causa della forte preoccupazione del mercato per i loro livelli di crediti deteriorati. Banca Monte dei Paschi di Siena SpA, la peggiore tra le 51 banche oggetto dell’ultimo stress test della BCE, ha perso l’80 per cento nel 2016; il suo piano per scaricare miliardi di non performing loans e per un aumento di capitale non è riuscito a convincere gli investitori.
Il quadro economico in Italia non è certo dei migliori: la crescita italiana è inaspettatamente in fase di stallo nel secondo trimestre, sotto le previsioni per un’espansione dello 0,2 per cento. La Banca d’Italia e il Fondo Monetario Internazionale hanno entrambi abbassato le loro previsioni di crescita nel 2016, prevedendo ora un’espansione inferiore all’1 per cento per l’anno in corso.
Borsa Italiana: nessuna speranza?
Tuttavia, con un crollo del 22 per cento quest’anno per il FTSE MIB, Jasper Lawler, analista presso CMC Markets Plc, ritiene che alcuni investitori potrebbero vedere un lato positivo: le valutazioni dei titoli italiani sono scese di circa 13 volte rispetto agli utili stimati, i livelli più “economici” degli ultimi quattro anni rispetto all’indice Stoxx Europe 600.
«Il referendum non merita il tipo di paura che ha generato»,
ha commentato.
«L’Italia è senza dubbio indietro con le riforme, ma questo referendum è segno che Renzi sta cercando di recuperare e fare qualcosa».
Ma le sotto-valutazioni non possono essere così convincenti da attirare gli investitori con la crisi delle banche in corso e gli effetti potenziali del referendum.
La società di rating DBRS Ltd., utilizzata dalla Banca Centrale Europea per la classificazione di garanzia per le sue operazioni di liquidità, il 5 agosto ha riferito di stare esaminando la valutazione del credito in Italia, citando i rischi politici e la «fragile ripresa».
«C’è il problema delle banche e poi la questione del referendum»,
spiega Thomas Haerter, responsabile degli investimenti presso la società di consulenza Wellershoff & Partners Ltd di Zurigo.
«È difficile comprendere perché le azioni dovrebbero performare senza una normalizzazione dei ricavi - abbiamo una crescita lenta e tassi di interesse bassi e quindi, anche con un piano di salvataggio delle banche credibile, esisterebbero ancora dei problemi di redditività. È un disastro ed è difficile vedere una via d’uscita».
Fonte: Bloomberg
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