Una grande azienda italiana torna in Russia

Alessandro Nuzzo

28 Marzo 2025 - 19:47

Dopo quasi un anno il presidente Vladimir Putin ha annullato il decreto di nazionalizzazione della filiale russa di questa importante azienda italiana.

Una grande azienda italiana torna in Russia

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina diverse aziende europee che operavano in Russia hanno dovuto tagliare tutti i rapporti con le loro filiali nel paese. Tra queste anche l’italiana Ariston, leader globale nelle soluzioni sostenibili per il comfort termico.

Ariston da quasi 50 anni è presente in Russia dove gestisce uno stabilimento produttivo alle porte di San Pietroburgo guidato da un affermato team manageriale locale. Controllava la filiale tramite la società Ariston Thermo Rus, registrata nella regione di Leningrado. L’azienda in Russia produce sopratutto boiler e scaldabagni.

Con il decreto Presidenziale n. 294 del 26 aprile 2024, Vladimir Putin lo scorso anno ha estromesso la Ariston Thermo Rus dal controllo dell’azienda madre, la Ariston Holding N.V affidandone il controllo temporaneo alla Gazprom Bytovie Sistemy (società del gruppo Gazprom). Il 100% delle azioni della controllata russa sono passate sotto il controllo dell’azienda statale Gazprom, colosso nel mondo dell’energia.

Ariston torna a controllare la filiale in Russia

Adesso, quasi dopo un anno, con il decreto Presidenziale n. 176 del 26 marzo 2025, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato la nazionalizzazione dell’azienda non più valida e il 100% delle azioni di Ariston Thermo Rus sono tornate sotto il controllo della Ariston Holding N.V. In questo modo il Gruppo Ariston diventa la prima azienda occidentale a tornare a mettere piede in Russia da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina.

Adesso l’ultima prassi da affrontare sarà il Consiglio di Amministrazione di Ariston Group che riesaminerà la
decisione presa lo scorso 1° agosto 2024 di deconsolidare Ariston Thermo Rus e contabilizzare le relative
perdite. A quel punto, il Gruppo potrà tornare ad operare in territorio russo.

«Accogliamo con grande favore la decisione delle autorità russe, che ci consente di tornare a gestire direttamente la nostra controllata. È un segnale di riconoscimento per i decenni di investimenti e gestione responsabile nel paese, per il nostro impegno verso oltre 300 collaboratori russi e per la continuità del business locale. Riprenderemo le attività insieme alla nostra leadership locale, nel pieno rispetto delle normative e delle sanzioni vigenti, con l’obiettivo di proseguire il nostro percorso in Russia», le parole di Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston Group.

Quando fu presa la decisione di nazionalizzare l’azienda da parte di Mosca, l’ambasciatore russo in Italia aveva spiegato che il governo non sapeva che avrebbe colpito un’azienda italiana, dato che Ariston ha sede legale in Olanda. «Mosca ha sempre attribuito particolare importanza alle proficue e reciprocamente vantaggiose relazioni commerciali ed economiche con l’Italia. La responsabilità per le conseguenze negative del loro deterioramento ricade interamente sulle autorità italiane che hanno sacrificato i reali interessi nazionali della Repubblica per partecipare a sterili e pericolose avventure geopolitiche anti-russe», disse.

La decisione è stata accolta con entusiasmo anche dal nostro ministero degli Esteri. La Farnesina ha evidenziato come il risultato sia il frutto di un lungo impegno congiunto del ministero degli Esteri, dell’ambasciata d’Italia a Mosca e del Sistema Italia, con il supporto delle associazioni imprenditoriali. Questo lavoro è stato coordinato attraverso un Tavolo di lavoro istituito in seguito alla vicenda, con l’obiettivo di tutelare le imprese italiane ancora operative in Russia nel rispetto delle sanzioni vigenti.

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