Il Dax quest’anno ha guadagnato quasi il 10% nonostante le turbolenze dei mesi passati. Gli analisti prevedono un buon andamento anche nel 2016 anche se vi sono dei rischi.
Nel 2015 gli stock azionari della Germania hanno sovraperformato quelli europei e globali. Secondo alcuni analisti, il prossimo anno l’indice tedesco, il Dax, potrebbe continuare a salire in misura uguale o superiore rispetto all’anno che si sta avviando a conclusione. Tuttavia, esistono alcuni rischi a investire in azioni tedesche.
Dax: nel 2015 registrato un guadagno del +9,86%. Le previsioni per il 2016
Il 2015 è stato un anno positivo per l’indice azionario tedesco, il Dax. Quest’anno infatti l’indice tedesco ha guadagnato più, in termini percentuali, del MSCI All Country World Index e dello Stoxx Europe 600 dimostrando quindi una migliore performance rispetto agli omologhi europei e globali.
Nonostante le turbolenze verificatesi durante il periodo di crisi greca e in coincidenza del rallentamento della Cina (con entrambi i fattori che hanno aumentato esponenzialmente la volatilità sia sull’indice tedesco che su quelli europei), il Dax ha guadagnato nel 2015 il 9,86%.
Gli analisti di numerose case d’affari prevedono che il Dax possa continuare il rally intrapreso quest’anno anche nel 2016. Le previsioni degli esperti si basano sull’ottimismo generato dal calo dei prezzi del petrolio e dalla debolezza dell’Euro.
Il Quantitative Easing voluto da Draghi aveva inizialmente generato un aumento degli acquisti sui titoli azionari delle società esportatrici tedesche.
Tuttavia, il rallentamento della Cina e lo scandalo dieselgate della Volkswagen hanno fatto in modo che gli acquisti si trasformassero in vendite che in totale hanno causato una diminuzione nel valore delle aziende tedesche pari a $368 miliardi.
Dopo tali perdite, il Dax ha recuperato quasi metà del terreno perduto agli inizi di Settembre.
Come avvertono gli esperti di Lampe Asset Management, la volatilità generatasi sull’indice tedesco ha fatto in modo che trarre profitto dagli investimenti effettuati sullo stesso è risultato difficile.
Tuttavia, sempre secondo gli esperti del fondo, una buona disciplina rende profittevole un investimento sull’indice tedesco.
Lampe Asset Management prevede che anche il 2016 potrebbe essere un buon anno per il Dax, visto il calo del petrolio e la debolezza dell’Euro.
Questo mese, sull’indice tedesco si è verificato il più grande ingresso di capitali da Giugno che indica la fine delle turbolenze precedentemente verificatesi a causa dello scandalo Volkswagen e dalle preoccupazioni sulla Cina.
Su un indagine condotta tra 13 analisti, l’aspettativa di crescita del Dax per il prossimo anno è in media dell’8,6% (Natixis prevede un aumento addirittura del 17%).
Dax: rischi per l’esposizione dell’economia tedesca all’economia globale
Nonostante le previsioni ottimistiche degli analisti permangono però dei dubbi sul fatto che le aziende tedesche sono troppo esposte ai mercati globali. Un rallentamento inatteso della crescita statunitense o di quella cinese potrebbe dare un duro colpo all’indice tedesco poiché USA e Cina sono i primi partner commerciali della Germania.
Secondo la casa d’affari tedesca, Mittelbrandenburgische Sparkasse, un rallentamento delle economie dei partner commerciali tedeschi potrebbe spingere l’indice Dax sul livello di 9.000 punti se non al di sotto.
Gli analisti di Mittelbrandenburgische Sparkasse si aspettano che la volatilità sull’indice tedesco rimanga alta anche nel 2016 e forse anche per il 2017.
A causa della volatilità e dell’esposizione tedesca ai cambiamenti del mercato globale, un investimento nelle aziende tedesche rimane comunque rischioso. Tuttavia gli esperti di Raiffeisen Capital Management ritengono che gli investitori globali l’anno prossimo punteranno sull’Europa.
Data l’affluenza di capitali per il prossimo anno nel Vecchio Continente, tenere parte dei propri investimenti su aziende tedesche potrebbe essere una buona idea grazie alla grande liquidità dell’indice tedesco e alla presenza sul Dax di titoli delle più grandi società di diversi settori economici a livello mondiale.
Fonte: Bloomberg.com
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