ll rally delle Borse di questi primi due mesi sembra essere fragile e guidato da meri fattori tecnici. Per gli esperti di Unigestion presto i mercati dovranno riallinearsi ai fondamentali economici
Nelle ultime settimane gli operatori dei mercati finanziari si stanno domandando se il rimbalzo in atto ha ancora margine di manovra, specie alla luce delle tensioni economiche e dei fattori di criticità che hanno provocato il ribasso dei mercati azionari durante gli ultimi mesi del 2018.
Il rallentamento economico cui il mondo va incontro è ormai palese ed è stato confermato dai dati macroeconomici pubblicati nelle ultime settimane. Ecco perchè sempre più operatori si pongono la fatidica domanda: perché i mercati continuano il loro rally nonostante l’economia rallenti?
Borse con il paraocchi continuano il rally
“Dopo le significative vendite degli ultimi tre mesi del 2018, quando i mercati hanno iniziato a prezzare una discreta probabilità di recessione, a gennaio le Borse sembravano essere state solo sfiorate da questi dati deludenti e hanno continuato il loro rally”, sostengono gli analisti di Unigestion.
Dati e grafici alla mano, a febbraio l’S&P 500 è salito del 3,3%, mentre l’EuroStoxx 50 è cresciuto del 3,5%; l’indice Hang Seng ha segnato un progresso del 3,1% e l’MSCI ACWI del 2,6%.
“Ci sono alcune importanti eccezioni, come indicato dall’indice MSCI Emerging Market Index, che è cresciuto solo dello 0,8% rispetto al mese. Ma gran parte di questa sottoperformance è dovuta al rischio politico idiosincratico in Paesi come India, Turchia, Brasile e Russia”.
«Rimbalzo del gatto morto» guidato da fattori tecnici
Gli analisti di Unigestion ritengono che l’andamento dei mercati azionari sia fragile e guidato da fattori tecnici.
“Partendo da prospettive differenti ed esaminando un universo più ampio di dati di mercato, ci sembra che questo rally abbia meno a che fare con i macro-fondamentali dell’economia o il repricing della crescita e più con il posizionamento e la scarsa liquidità”.
Mentre le azioni hanno registrato un forte aumento, altri asset orientati alla crescita come il credito, sono rimasti sostanzialmente piatti.
“Gli spread BAA sono sostanzialmente invariati nel mese. In effetti, il nostro fattore di crescita basato sui prezzi di mercato, che si fonda su un’analisi delle principali componenti dei rendimenti cross-asset, annaspa da metà gennaio, il che suggerisce che il rialzo dei titoli azionari non è trainato da un ampio repricing giustificato dalla crescita economica”, affermano gli esperti.
Inoltre i flussi degli istituzionali sui fondi comuni di investimento a lungo termine azionari globali sembrano essere diventati negativi nelle ultime settimane, suggerendo che il rally non beneficia del ritorno degli investitori sul mercato dopo le vendite di dicembre.
I dati macro europei continuano a deludere
In Europa le preoccupazioni circa una nuova recessione si sono rivelate corrette. Il mese scorso l’Italia è entrata ufficialmente in recessione tecnica dopo la contrazione dello 0,2% dell’economia nel quarto trimestre del 2018 e dello 0,1% nel terzo.
“La Germania è riuscita a malapena ad evitare la recessione, crescendo sempre meno nel quarto trimestre del 2018, dopo aver subito una contrazione dello 0,2% nel terzo. E venerdì scorso, gli indici IFO Business Climate e Expectations hanno registrato livelli al di sotto del consenso: il secondo, che fornisce una visione a sei mesi, è ora a livelli che non si vedevano dalla crisi del debito sovrano dell’Eurozona”, affermano gli analisti di Unigestion.
Cauti fino ad una inversione di tendenza del contesto macroeconomico
In questo contesto di mercato è importante mantenere cautela, “Fino a quando non vedremo un’inversione di tendenza nel contesto macroeconomico o finché il mercato non allineerà i prezzi ai dati, manterremo la nostra posizione prudente sugli asset orientati alla crescita nel medio termine, poiché riteniamo che la ripresa dei mercati azionari non sia giustificata dai fondamentali sottostanti, che continuano a deteriorarsi e a deludere, ma piuttosto a fattori tecnici che potrebbero facilmente invertire la propria tendenza”, concludono gli analisti.
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