Fra pochi giorni l’assemblea di Bper voterà per la trasformazione in spa. Quale futuro per la banca guidata da Alessandro Vandelli?
Quale sarà il destino della Banca Popolare dell’Emilia Romagna dopo la trasformazione in società per azioni? Quali sfide attendono l’istituto guidato da Alessandro Vandelli?
Giovedì scorso la banca popolare modenese ha diffuso i conti relativi al terzo trimestre del 2016, chiuso con un utile netto di 101,2 milioni, Common equity tier 1 pari al 14,47%, sofferenze in calo del 2%, impieghi in leggera crescita dello 0,1%.
Fra 12 giorni i soci di Bper si riuniranno in assemblea per approvare la trasformazione dell’istituto in spa e per confermare il consigliere Pietro Cassani. Come sottolinea oggi Corriere Imprese, la carriera di Cassani - che sta per tornare al vertice di System - simboleggia i tre pilastri sui quali dovrebbe poggiare la Bper del futuro, ovvero:
- imprenditori: dal numero uno di System, Franco Stefani, a quello di Chimar, Giovanni Arletti, passando per i bolognesi Maurizio Marchesini e Alberto Vacchi;
- cooperative, le quali opereranno soprattutto attraverso Unipol. Il gruppo intende mantenersi tra il 2% e il 5% di Bper;
- fondazioni bancarie, tra le quali Sardegna è l’unica a detenere una quota superiore al 2%.
Bper e le possibili sinergie con la Valtellina
Si avvicina intanto l’alleanza con il Credito Valtellinese, il quale però vuole prima dare la precedenza alla fusione con Popolare di Sondrio. I soci di quest’ultima si riuniranno il prossimo 17 dicembre per dare il via libera alla trasformazione in spa.
Dall’aggregazione con Creval nascerebbe un nuovo soggetto valtellinese che, in vista di una possibile con Bper, avrebbe un peso più o meno simile a quello della componente emiliano-romagnola.
Al momento a Piazza Affari il titolo Bper si muove in territorio positivo e guadagna lo 0,81% a 4,21 euro per azione. Creval cede lo 0,18% a 0,38 euro mentre le azioni della Popolare di Sondrio mettono a segno un +1,24% a 3,028 euro.
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