Il consulente del ministero della Salute si esprime in merito alla presenza di una seconda ondata pandemica e di un possibile secondo lockdown in Italia.
Il membro esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Salute, Walter Ricciardi, interpellato a Sky TG24 non nutre alcun dubbio sul fatto che non si sia davanti a una seconda ondata di pandemia da coronavirus. Tecnicamente parlando, il consulente del Ministero della Salute, precisa che la prima ondata finisce quando i contagi da COVID-19 si azzerano, cosa mai successa in Italia.
La curva epidemiologica si era solo appiattita, e il recente aumento di casi positivi di coronavirus è solo la prima ondata che si sta rialzando, a causa degli spostamenti estivi, lasciando intendere che con l’abbassamento notevole delle temperature, il rischio è maggiore.
Tuttavia, Ricciardi tiene a sottolineare che il sistema sanitario italiano è cambiato rispetto a sei mesi fa, c’è una maggiore capacità di gestire i casi gravi, infatti, i posti di terapia intensiva sono passati da cinquemila a circa diecimila. Tuttavia, c’è ancora dal lavorare sul fronte delle terapie subintensive e il rafforzamento di pronto soccorso con percorsi separati. “Su questo il Paese è a macchia di leopardo e quando ci sarà la pressione dell’influenza le persone arriveranno in un unico flusso”.
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Walter Ricciardi non crede che in Italia si sia al punto di dover richiudere tutto, con un secondo lockdown, simile a quello di marzo. Tuttavia, è necessario adottare misure più restrittive, riferendosi soprattutto a Lazio e Campania, le due Regioni che hanno registrato il maggiore rialzo di contagi da COVID-19. “Il lockdown comunque va fatto a misura del focolaio epidemico”.
Per quanto concerne l’introduzione dei test rapidi a scuola, la cui decisione spetta al ministro, Ricciardi sostiene che i loro risultati non sono infallibili, tuttavia, consentono di identificare super diffusori, pertanto costituiscono uno strumento importante.
Il consulente del ministero della Salute Ricciardi, si è espresso anche sulla questione della riapertura degli stadi, o meglio, sulla possibilità di aumentare la presenza di pubblico fino al 25% della capienza, come volevano le Regioni sul documento da loro approvato ma già bocciato dal Comitato tecnico scientifico. Secondo Ricciardi, è troppo rischioso andare anche oltre le mille presenze consentite attualmente.
La priorità era garantire l’accesso in sicurezza nelle scuole, con milioni di persone inserite nuovamente in contesti chiusi, c’è da osservare cosa succede a livello di contagi da coronavirus.
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In conclusione, Walter Ricciardi non ritiene che ci sia un rischio lockdown in Italia. Ma il suo messaggio è apparso anche abbastanza chiaro su altri aspetti. Comportamenti adeguati, sistema sanitario da migliorare, soprattutto in vista dell’arrivo dell’influenza con i primi freddi, interventi tempestivi e misure molto restrittive in caso di focolai.
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