Caldo e coronavirus: OMS conferma quello che tutti speravano

Marta Tedesco

04/05/2020

Caldo e vita all’aria aperta potrebbero rivelarsi un valido aiuto per contrastare il coronavirus. È la sperata conferma che arriva dall’OMS e sostenuta dal parere di altri esperti.

Caldo e coronavirus: OMS conferma quello che tutti speravano

Il caldo potrebbe rivelarsi un alleato contro il coronavirus. A dare la buona notizia è l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che conferma la speranza su cui i virologi discutono da tempo: l’arrivo dell’estate e lo stare all’aria aperta potrebbero ridurre i contagi.

Dall’Italia inoltre arrivano dati incoraggianti: negli ultimi giorni stanno infatti gradualmente diminuendo i nuovi positivi al virus. Ciò potrebbe voler dire che ci stiamo avvicinando alla fine dell’emergenza, ma gli esperti invitano alla prudenza.

Coronavirus e caldo: buone notizie dall’OMS

“Il caldo e la vita all’aria aperta potrebbero limitare il contagio”: ad affermarlo è stata Sylvie Briand, direttore del dipartimento per la gestione dei rischi infettivi dell’OMS durante un’intervista a RaiNews24. L’arrivo dell’estate potrebbe dunque avere una svolta positiva sull’evoluzione del coronavirus.

Briand però mette in guardia rispetto a ciò che sarà opportuno fare durante la Fase 2, ovvero mostrare grande prudenza e responsabilità durante il periodo di convivenza quotidiana con il virus che è ancora tra noi.

Bisognerà prestare maggiore attenzione affinché non scoppino nuovi focolai epidemici in circostanze particolari “penso alle persone a rischio come gli anziani o a chi ha più patologie” ha dichiarato la direttrice. Occorrerà quindi tutelare questi soggetti più fragili con un’attività di monitoraggio stretto del tasso di contagi e una sorveglianza più stringente.

Coronavirus: perché “a questo virus non piace il caldo”?

In riferimento al rapporto tra caldo e coronavirus si è espresso anche Guido Silvestri, virologo e docente alla Emory University di Atlanta. Sulla sua pagina Facebook, Silvestri ha spiegato che l’aumento delle temperature potrebbe rivelarsi un aiuto valido per contrastare il coronavirus.

Quando si dice che “a questo virus non piace il caldo non ci si riferisce alla temperatura a cui il virus stesso viene disattivato dal calore, ma alle temperature che rendono instabili le goccioline di fomiti, ovvero saliva, starnuti, tosse, che trasportano il virus nell’ambiente” ha chiarito lo studioso. Silvestri ha poi spiegato che tale meccanismo è comune a tutte le infezioni virali respiratorie che per questo sono altamente stagionali e prediligono l’inverno per diffondersi.

Vita all’aria aperta e riduzione dei contagi

Condurre una vita lontani dagli spazi chiusi e a contatto con la natura è l’altra variabile in gioco. A spiegarlo è Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Secondo Rezza, con l’arrivo della bella stagione i virus respiratori (in generale) si diffondono meno e questo dipende da fattori sociali, non dal caldo.

Tali malattie infatti hanno un impatto minore in estate perché “naturalmente succede quello che ora stiamo causando in maniera invece artificiale, ovvero il distanziamento sociale. D’estate non si va più al cinema, a teatro, a scuola, chiudono gli uffici e si vive più all’aria aperta”. Con la diminuzione delle fonti di contagio dunque è più facile che possano diminuire anche i contagi da coronavirus.

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