Cambio euro-dollaro: perché continua a salire? I motivi del rialzo e perché invece l’euro-dollaro è destinato a scendere presto sotto quota 1,05.
Aggiornamento 23/11: il cambio euro-dollaro ha rotto il supporto a 1.06.
Il cambio euro-dollaro è continua a salire. L’euro è più forte del dollaro per la prima volta in 11 giorni di trading dalla sessione di lunedì, che ha dato fine alla serie di ribassi sul cambio euro-dollaro più lunga da gennaio 2015.
Perché il cambio euro-dollaro sta salendo?
Il recupero del cambio euro-dollaro è guidato dalle prese di profitto di chi era long sul dollaro e dal pullback dei rendimenti dei titoli di Stati USA. Anche il rendimento del bund a 10 anni è salito, spostando lo spread a favore di un rialzo del cambio euro dollaro.
Lo spread dei titoli biennali, che ha raggiunto i minimi di 10 anni la scorsa settimana, è in ipervenduto quindi non sorprende assistere ad un forte rialzo dell’euro-dollaro in questa settimana di trading.
Il rialzo recente del dollaro USA è stato veloce e molto potente, rendendo una correzioni non solo possibile ma anche probabile.
Cambio euro-dollaro: il target è ancora 1,05. Ecco perché
Tuttavia, nonostante la recente ripresa del cambio euro-dollaro, il cross sembra ancora destinato a scendere a quota 1.05 per i seguenti motivi:
- rischio sul referendum costituzionale in Italia
- turbolenze politiche in Europa - alle primarie francesi del weekend Fillion ha battuto Juppe
- il mercato prezza al 100% un rialzo dei tassi Fed a dicembre
- il dollaro è ancora un buy dopo la view rialzista della Fed
- rischio ribasso per i dati tedeschi (indici PMI, IFO).
Cambio euro-dollaro: il peso del referendum costituzionale
Nel breve termine, il referendum italiano sulla riforma costituzionale in programma per il 4 dicembre pone il rischio maggiore per il cambio euro-dollaro. Non è permessa la pubblicazione di sondaggi politici a 15 giorni dal voto e gli ultimi dati hanno mostrato la vittoria del ’No’ saldamente in vantaggio. Il referendum ha lo scopo di razionalizzare le decisioni del governo in Italia, riducendo il potere del Senato e dei governi regionali.
Il primo ministro Renzi ha anche promesso di dimettersi in casi di vittoria del No, contesto che creerebbe un’altra crisi politica in Italia - tanto più che questo referendum è visti da molti come un referendum sull’adesione all’Unione Europea. Questi problemi politici manterranno il cambio euro-dollaro sotto pressione, guidando il cross verso quota 1.05.
Cambio euro-dollaro: troppa confusione in Francia
I problemi politici della zona euro continuano a crescere. In un week-end a sorpresa, Francois Fillion ha battuto Alain Juppé nel primo turno delle primarie repubblicane. Juppé e Sarkozy erano i favoriti, ma dopo la vittoria di Trump negli USA gli elettori hanno preferito votare per un candidato più “estremo”. Juppé lascia un forte messaggio integrazionista.
Poiché non è stata raggiunta una maggioranza del 50%, è in programma un secondo turno di votazione domenica 27 novembre. La politica francese è allo sbando, il che aumenta le possibilità che il prossimo anno il candidato repubblicano vincitore delle primarie debba scontrarsi con Marine Le Pen, la leader del partito di estrema destra Fronte nazionale. Ci sono molti paralleli tra la sua campagna e quella del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tra cui un duro giro di vite in materia di immigrazione, nazionalismo e anti-globalizzazione. L’incertezza della politica francese dovrebbe pesare sull’euro la prossima settimana e, eventualmente, anche per i prossimi mesi.
Cambio euro-dollaro attende il rialzo dei tassi USA
Nel frattempo, il dollaro americano continua ad essere un buy sui ritracciamenti in quanto gli investitori ad oggi prezzano una probabilità del 100% di un rialzo dei tassi a dicembre da parte della Fed. Infine, gli unici dati importanti sul Calendario Economico per la zona Euro sono gli indici PMI e l’indice IFO della Germania. Dato il calo degli ordini industriali e della produzione industriale nel Paese, il rischio è tutto per un risultato sotto le attese, con impatto negativo sul cambio euro-dollaro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA